Primo via libera a Von der Leyen bis, Meloni “Errore di metodo e merito”

Primo via libera a Von der Leyen bis, Meloni “Errore di metodo e merito”
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La Gazzetta del Mezzogiorno INTERNO

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Accordo in Consiglio Europeo sui “top jobs” della nuova legislatura. E’ arrivato un primo via libera al bis di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea, alla nomina di Antonio Costa a presidente del Consiglio Europeo e di Kaja Kallas ad alto rappresentante per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza. Un’intesa raggiunta senza l’Italia. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, nel quadro delle votazioni in Consiglio Europeo sulle nomine dei nuovi vertici Ue, il Governo italiano ha ribadito la propria contrarietà al metodo seguito nella scelta da parte dei negoziatori Ppe, S&D e Renew esprimendo voto contrario a Costa e Kallas. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Se ne è parlato anche su altre testate

Sul tavolo dei 27 leader c'è la partita per le nomine dei vertici delle istituzioni europee, con Popolari, Socialisti e Liberali pronti a rivedere Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. (Fanpage.it)

Il Consiglio europeo decreterà infatti oggi il bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione, la nomina dell’ex premier socialista portoghese Antonio Costa alla guida dello stesso Consiglio e dell’attuale primo ministro estone Kaja Kallas alla guida della “politica estera” europea. (Il Dubbio)

Fiori di zucca ripieni sul tavolo accanto ai top job. Telefoni spenti. (ilmessaggero.it)

Nomine Ue. Meloni ha vinto o ha perso? Da Bruxelles la premier torna con meno sicurezze

"So che noi tre possiamo formare una grande squadra. Non vedo l'ora di presentarmi per la conferma all'Europarlamento", ha scritto von der Leyen, la cui nomina - come quella di Kallas - dovrà essere approvata dagli eurodeputati. (la Repubblica)

(Alexander Jakhnagiev) Ebs (il Giornale)

Ma al Paese racconterà di un braccio di ferro con i "poteri costituiti". La premier ha scoperto che europeisti non ci si improvvisa. (Avvenire)