Spesi 4,8 milioni per la App Però il progetto ne costa 20

Spesi 4,8 milioni per la App Però il progetto ne costa 20
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Il Fatto Quotidiano INTERNO

Quattro milioni e 800 mila euro. È quanto è stato già pagato per la realizzazione della famosa App. Quella che nei giorni scorsi ha mandato in tilt i tribunali di mezza Italia. E si tratta soltanto del primo lotto. A vincere la gara è stata la Sirfin-Pa. L’autorizzazione di spesa è stata firmata il 13 … (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Ieri i tribunali di Roma, Milano e Torino hanno sospeso l'uso della app, obbligando dunque a fare ritorno ai sistemi tradizionali di deposito dei documenti. (Corriere della Sera)

Anche il Tribunale di Catanzaro, come molti altri in Italia, ha sospeso l’uso dell’app Giustizia. In Calabria la stessa decisione è stata presa dal Tribunale di Reggio: dunque, si torna al cartaceo per quanto riguarda, al momento, gli atti interni, ovvero quelli depositati dai magistrati. (LaC news24)

Da Napoli a Roma, da Torino a Milano tribunali e procure sospendono l'App. L’Anm aveva già lanciato l’allarme (LA NOTIZIA)

«Penale telematico in tilt perché i giudici non sono capaci di usarlo», Ucpi furiosa

Così il presidente, Antonio Masone, ha firmato un decreto che sospende il nuovo sistema App fino al 15 febbraio nella speranza che i malfunzionamenti possano essere risolti entro quella data. GIUSTIZIA Depositi di atti impossibili, avvocati non "autorizzati" dal sistema, firme digitali introvabili e sistemi bloccati. (ilmessaggero.it)

“Senza le adeguate risorse finanziarie e umane, era inevitabile qualche difficoltà. Ci stiamo lavorando unitamente al Consiglio superiore della magistratura e alla Scuola superiore della magistratura”. (gnewsonline.it)

Si è scatenata una curiosa tempesta mediatico-giudiziaria attorno a un tema un po’ laterale ma certamente non trascurabile: nel pieno del primo, decisivo passaggio sulla separazione delle carriere, una parte della magistratura ha innescato un allarme sui presunti ( e almeno in parte inesistenti) balbettii di “App”, la piattaforma per il deposito digitale degli atti nei procedimenti penali, che da Capodanno è strumento obbligatorio per un nuovo ulteriore slot di documenti. (Il Dubbio)