Giulia Tramontano, l'amarezza della famiglia: «Assistere al processo è stato come vederla morire una seconda volta»

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«Per i familiari di Giulia presenti in aula ieri, assistere al processo per il suo omicidio è stato come vederla morire una seconda volta». È quanto si legge in una storia Instagram condivisa da Chiara Tramontano, sorella di Giulia, e dagli altri familiari all'indomani della discussione del processo a carico di Alessandro Impagnatiello per omicidio volontario pluriaggravato. «Le parole della difesa sono risuonate offensive e insensibili, definendo l'atroce atto compiuto dall'assassino come un "grave gesto", come se si trattasse di un banale errore, una marachella, e non di un crimine efferato. (Corriere Milano)

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La requisitoria delle procuratrici, durante l'udienza nei confronti di Alessandro Impagnatiello accusato del femminicidio di Giulia Tramontano, hanno fatto sì che il 31enne mostrasse il suo vero volto: quello dell’assassino spocchioso e assurdo, molto autocentrato e zero empatico. (Fanpage.it)

“Per i familiari di Giulia presenti in aula ieri, assistere al processo per il suo omicidio è stato come vederla morire una seconda volta. Le parole della difesa sono risuonate offensive e insensibili, definendo l’atroce atto compiuto dall’assassino come un ‘grave gesto’ ù come se si trattasse di un banale errore, una marachella, e non di un crimine efferato. (LAPRESSE)

Ieri, lunedì 11 novembre, si è svolta alla Corte d'Assise di Milano l'udienza nei confronti di Alessandro Impagnatiello accusato di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e procurato aborto. (Fanpage.it)

Femminicidio Giulia Tramontano, la sorella contro la difesa di Impagnatiello: «Offensiva e inumana»

Inizia così il messaggio che pubblica su Instagram Chiara Tramontano, sorella della donna uccisa al settimo mese di gravidanza dal compagno Alessandro Impagnatiello, per cui ieri – 11 novembre – la procura di Milano ha chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurn… (La Repubblica)

Il suo rifiuto di apparire alla sbarra, e dunque vulnerabile di fronte all’opinione pubblica pronta a giudicarlo, racconta di un ultimo tentativo di conservare ciò che resta della sua immagine. Ha, infatti, negato il consenso a essere ripreso dalle telecamere. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La denuncia social di Chiara Tramontano: «Le parole sono risuonate insensibili. Questo linguaggio rappresenta, forse, anche chi difende il colpevole» (Open)