Protesta silenziosa alla COP29 di Baku
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Baku, 16 novembre 2024 - Centinaia di manifestanti hanno inscenato una protesta silenziosa all'interno del centro congressi dove si tiene la COP29, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. La manifestazione, organizzata da un ampio ventaglio di associazioni per i diritti delle donne, per il clima, per i diritti degli indigeni e per i sindacati, si è svolta in un silenzio quasi totale: i partecipanti, infatti, si sono limitati a cantare a bocca chiusa, bloccando temporaneamente la sala principale dove si tengono gli incontri.
La prima settimana della COP29 si è conclusa senza che sul tavolo ci fosse qualcosa di definitivo. L'obiettivo principale dell'incontro è raggiungere un accordo sul New Collective Quantified Goal (NCQG), ovvero sui flussi finanziari che dai paesi ricchi del Nord dovranno finanziare la transizione ecologica nei paesi in via di sviluppo del Sud. Tuttavia, i negoziati si sono rivelati difficili e le ultime bozze vedono ancora molte opzioni sul tavolo.
La protesta, caratterizzata da dita che schioccano e mormorii per intonare i classici slogan del movimento per il clima, ha assunto una forma inedita. Alla conferenza delle Nazioni Unite, in corso in Azerbaigian, la tradizionale protesta del sabato si è svolta in maniera diversa dal solito. Non solo i manifestanti sono stati chiusi in una sala, ma sono stati costretti a protestare mormorando e schioccando le dita, poiché a Baku è vietato gridare durante le manifestazioni.
Il vertice, che ha visto la partecipazione di numerosi attivisti, ha messo in luce le difficoltà dei negoziati e la necessità di trovare un accordo sui flussi finanziari per sostenere la transizione ecologica nei paesi in via di sviluppo.