L’europeismo di Fitto, le ambiguità italiane

L’europeismo di Fitto, le ambiguità italiane
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ilmattino.it INTERNO

Secondo tutti gli osservatori l'esame a cui è stato sottoposto Raffaele Fitto da pare della commissione del parlamento europeo è andato bene per il candidato. Era scontato per la sua storia personale, per il suo profilo, per l'azione che ha svolto in questi anni come ministro responsabile delle politiche del Pnrr, incarico che lo ha portato ad avere una forte interlocuzione con Bruxelles. Il problema non era dunque trovare il voto a lui, quanto il voto che implicitamente una parte delle forze politiche ritenevano che attraverso di lui sarebbe andato a Giorgia Meloni e al governo italiano di centrodestra. (ilmattino.it)

Su altre fonti

Non sono qui per rappresentare uno Stato membro. Sono qui oggi per affermare il mio impegno per l’Europa». (Corriere della Sera)

Rinviato a data da destinarsi, il giudizio sui vicepresidenti della Commissione Ue, con Raffaele Fitto tenuto sulla graticola dai veti incrociati di socialisti e popolari. In mattinata l’esponente italiano è stato ascoltato dalla commissione parlamentare per gli Affari regionali. (Il Fatto Quotidiano)

Perché c'è un tema politico. Se metti tra i 4 vicepresidenti esecutivi un parlamentare di Ecr, che non è certo una forza europeista, che non ha votato a luglio per Von der Leyen, stai cambiando la maggioranza che ti sostiene". (la Repubblica)

Fitto, i dem restano in mezzo al guado: «Lui va bene, non i Conservatori»

Lo spiegano all'ANSA fonti parlamentari. I coordinatori della commissione Affari Regionali dell'Eurocamera hanno optato per un rinvio a "data da destinarsi" per la valutazione dell'audizione di Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione Ue. (L'Eco di Bergamo)

La pronuncia marcatamente italianizzata si nota fin dalle prime battute tanto che il pensiero va subito allo 'shock because' di Matteo Renzi Fitto come Renzi, il discorso a Bruxelles è in inglese ‘scolastico’ (Dire)

Un «segnale» da Ursula von der Leyen. O meglio: il pegno richiesto da parte del gruppo dei Socialisti e democratici, dove i dem italiani sono la delegazione più numerosa, per non dire no all’ingresso di Raffaele Fitto nel prossimo esecutivo Ue. (ilmessaggero.it)