La riforma della scuola, un ritorno alle origini

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

La nuova riforma della scuola, elaborata da una commissione del ministero dell'Istruzione e del merito, si propone di recuperare discipline fondamentali come la storia e la geografia, che finora erano state ibridate in una presunta "geostoria", sacrificando l'orario scolastico di entrambe le materie. Il rafforzamento della letteratura e della grammatica, con l'introduzione di autori fino ad oggi assenti nella scuola primaria, come Gozzano, Saba e Pascoli, rappresenta un altro pilastro della riforma. Tuttavia, non mancano le novità: accanto ai classici, verranno inseriti repertori nuovi e molto amati dai più giovani, come il graphic novel.

Un aspetto particolarmente interessante della riforma riguarda il ritorno del latino alle scuole medie. Secondo la scrittrice Paola Mastrocola, intervistata dal Corriere della Sera, l'insegnamento del latino potrebbe servire a sconfiggere l'intelligenza artificiale. La Mastrocola sostiene che il latino, insegnato anche ai migranti, potrebbe diventare un alleato prezioso contro l'avanzata dell'intelligenza artificiale, che viene implicitamente considerata una minaccia.

Un altro elemento controverso della riforma è l'inserimento della Bibbia nello studio laico. Questo aspetto ha suscitato perplessità, soprattutto per il carattere parziale del progetto e la mancanza di una visione didattica globale. Alcuni critici sottolineano che, per comprendere appieno la storia occidentale, è necessaria una dimensione globale che sembra mancare nella proposta attuale.

La riforma della scuola si presenta come un tentativo di recuperare e valorizzare discipline fondamentali, introducendo al contempo elementi innovativi e controversi.