Esplosione ad Ercolano, il sindaco di Marigliano Peppe Jossa: “Piangiamo le vittime sacrificali di un lavoro che lavoro non è”
Articolo Precedente
Articolo Successivo
“Sono affranto. La notizia della morte delle gemelle Sara ed Aurora Esposito rimaste vittima dell’esplosione di Ercolano insieme con Samuele Tafciu è stata una doccia fredda per tutta la comunità. La morte non può essere il prezzo che deve pagare chi pur di sbarcare il lunario accetta un lavoro che lavoro non è”; è quanto dichiara Peppe Jossa, sindaco di Marigliano, la città in cui risiedevano le due giovani coinvolte nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio abusiva. (MARIGLIANO.net)
Ne parlano anche altre fonti
E’ al vaglio degli inquirenti la posizione del 38enne proprietario dell’immobile dove, ieri mattina, si è verificata la terribile esplosione nella fabbrica di fuochi illegale che ha provocato la morte di tre operai, due sorelle e un 18enne. (La Repubblica)
Non deve capitare mai più». Parla di una scena «devastante» il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto. (ROMA on line)
Dalle indagini è emerso che lo scoppio è avvenuto all'interno di un appartamento adibito a fabbrica abusiva di fuochi d'artificio. Tre persone sono morte in un'esplosione avvenuta nel pomeriggio a Ercolano, nel Napoletano. (ilmessaggero.it)
Samuel, 18 anni, e Sara e Aurora, due sorelle gemelle 26enni di Marigliano. Sarebbero le tre vittime della terribile esplosione che si è verificata in via Patacca, a Ercolano, in un'abitazione adibita a deposito e fabbrica di fuochi d'artificio. (ROMA on line)
Un immobile intestato a una bambina di 13 anni, che ovviamente non è responsabile della tragedia di Ercolano. Sotto inchiesta dunque il proprietario di fatto dell’immobile, mentre verifiche sono indirizzate anche nei confronti della compagna. (ilmattino.it)
La causa dell’esplosione sarebbe da ricercare proprio nell’ingente quantitativo di fuochi d'artificio stoccati nel locale. I carabinieri hanno confermato che all’interno del fabbricato si producevano fuochi d’artificio, non è ancora chiaro se in modo autorizzato. (La Repubblica)