Cecilia Sala, la prima intervista nel podcast con Calabresi: "Non pensavo di essere liberata così presto"

Cecilia Sala, la prima intervista nel podcast con Calabresi: Non pensavo di essere liberata così presto
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Italia Oggi INTERNO

Cecilia Sala parla per la prima volta in un podcast registrato con Mario Calabresi per Chora Media. "Ho riso due volte in cella di isolamento: la prima volta che ho visto il cielo e poi quando c'era un uccellino che ha fatto un verso buffo”, racconta la giornalista, liberata dopo 20 giorni trascorsi nel carcere di Evin, a Teheran. “Il silenzio è un nemico in quel contesto", aggiunge, "ho pianto di gioia, ho riso di gioia”. (Italia Oggi)

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A sole 24 ore dal suo rientro in Italia, Cecilia Sala torna a registrare il podcast “Stories” prodotto da Chora Media. Durante una lunga intervista con Mario Calabresi, arrivato questa mattina a casa della giornalista con un mazzo di fiori, la giornalista ha risposto alle domande, iniziando da un quesito apparentemente semplice: “Come stai?”. (Il Fatto Quotidiano)

La puntata finisce così: «Non vedo l’ora di tornare a raccontare». Li racconta a voce a Mario Calabresi, il suo direttore, il fondatore di Chora Media che l’ha mandata a Teheran, in una puntata appena uscita del suo podcast Stories dal titolo I miei giorni a Evin, tra interrogatori e isolamento. (Corriere della Sera)

Il 15 gennaio a Milano i giudici decideranno se concedere i domiciliari all’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, ma pare ormai assodato che la richiesta di estradizione negli Usa sarà respinta e che alla fine sarà liberato: questo l’esito previsto per la vicenda Sala. (Il Nord Est)

Per Cecilia Sala "una notte insonne ma bella"

Primo. Non aveva senso che la Meloni aspettasse a Roma l’arrivo di Joe Biden – atteso verso il 10 gennaio – per sondarlo circa le loro intenzioni sulla liberazione dell’iraniano Mohammad Abedini, per il semplice motivo che Biden lascerà la Casa Bianca fra meno di due settimane e che comunque, anche volendo, la sua Amministrazione non avrebbe potuto consentire alla liberazione dell’ingegnere iraniano appena un mese dopo averne chiesto l’arresto e l’estradizione. (L'Opinione)

«Non ho fatto tutto da sola, non c’è stato nessun momento di svolta. Poi una confidenza: «La cosa più bella di questi ultimi due anni è stata chiamare una mamma per darle la notizia della liberazione della figlia». (La Stampa)

Cecilia Sala: "Non pensavo che sarei stata a casa oggi" (AGI - Agenzia Italia)