Enola Gay, sparite le immagini del bombardiere dell'atomica su Hiroshima dall'archivio del Pentagono: la "censura" di Trump
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Donald Trump continua a far parlar di sè. Dopo la stretta sui programmi d'inclusione americani, infatti, l'amministrazione guidata dal tycoon è ora passata alla sistematica rimozione di contenuti d'archivio considerati troppo vicini alle politiche Dei (diversity, equality, inclusion). È quanto scoperto dall'Associated Press che, spulciando tra gli archivi, si è accorta della strana mancanza di Enola Gay, cioè del bombardiere che durante la Seconda guerra mondiale sganciò la bomba nucleare "little boy" su Hiroshima (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altri media
Il senso sembrerebbe essere quello del forgiare una società ancora più bianca e maschile, indebolendo le garanzie destinate a donne, comunità LGBTQ+, afroamericani e ispanici. (Tecnica della Scuola)
Ultima trovata della nuova amministrazione repubblicana è la censura di immagini che rimandano al tema dell’inclusione e della diversità. Censura, restrizioni e discriminazioni: la crociata di Donald Trump contro la comunità Lgbtq+ continua. (Alley Oop)
Getting your Trinity Audio player ready... ROMA – La censura cala sull’aereo che sganciò la bomba atomica su Hiroshima, ma solo perché ha un nome “troppo inclusivo”, ovvero Enola Gay. Il Pentagono cancella così dal suo archivio un’icona della Seconda guerra mondiale, insieme ad altre 26 mila immagini del mondo militare, incluse quelle delle prime donne che avevano superato l’addestramento nella fanteria dei Marines, eroi di guerra, ma anche le foto che commemorano mesi speciali come il Black History Month. (Dire)

Il Pentagono 'cancella' l'Enola Gay e altre migliaia di foto nella crociata di Donald Trump contro la diversità, l'equità e l'inclusione. (L'HuffPost)
Il B29 era stato battezzato in questo modo in omaggio a Enola Gay Tibbets, la madre del pilota dell'aereo, il colonnello Paul Tibbets, ma ai censori che lavorano sulle cancellazioni è apparsa sospetta per via della parola "gay". (La Stampa)
Il principe Talleyrand… Naturalmente i “diversi” sono sempre gli altri. (L'HuffPost)