Roma-Lido e Roma-Viterbo da incubo: 250 mila pendolari costretti a muoversi in auto dai disservizi

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Repubblica Roma INTERNO

Le linee più usate dai pendolari diretti verso la Capitale, ovvero le otto ferrovie laziali e le tre ex concesse, Roma-Lido, Roma-Viterbo e Roma-Giardinetti, hanno perso un quarto di milione di viaggiatori al giorno in 15 anni. Passando dai 600mila passeggeri del 2009 ai 350mila del 2023. Tutto questo a causa dei disservizi. È un dato allarmante quello contenuto nel rapporto Pendolaria 2024 di Le… (Repubblica Roma)

La notizia riportata su altri media

La linea che dai Comuni del Sud Astigiano va verso la Liguria era stata nella lista nera negli ultimi due anni. La tratta Asti-Acqui-Genova esce dalla lista delle linee peggiori e nessun servizio ferroviario della provincia si attesta tra i più critici. (La Stampa)

Inoltre, la linea trova nel nodo saturo di Firenze e nei blocchi alla stazione di Empoli, ulteriori punti deboli uniti a ripetute cancellazioni e ritardi», si legge nel rapporto. A dirlo è il rapporto «Pendolaria 2025», presentato da Legambiente: «La linea è utilizzata da merci, treni regionali e anche alta velocità, e vi si innesta anche la linea da Siena, che la utilizza da Empoli a Firenze. (Corriere Fiorentino)

Altro che «quando c’era lui i treni arrivano in orario». (Corriere della Sera)

Legambiente: non è un paese per pendolari, dissanguati dalle mega-opere

Lo dice il report ’Pendolaria’ di Legambiente, presentato ieri a Roma, che denuncia il sottofinanziamento del settore: "In valori assoluti, il finanziamento nazionale per il trasporto su ferro e su gomma sono passati da circa 6,2 miliardi di euro nel 2009 a 5,2 miliardi nel 2024, ma questi importi restano ben al di sotto delle necessità e rappresentano un -36% se si considera l’inflazione di questi ultimi 15 anni – si legge in una nota di Legambiente –. (il Resto del Carlino)

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Il Ponte sullo Stretto è un’«opera inutile che va abbandonata» per finanziare il Fondo Nazionale Trasporti al quale la legge di bilancio del governo Meloni destinerà nel 2025 la miseria di 120 milioni di euro. (il manifesto)