Passa la linea Macron-Draghi: no a fondi europei per armi Usa
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Arriva il Consiglio Europeo e l'Europa accelera sul piano di riarmo, con dei distinguo rispetto alla proposta originale di Ursula von der Leyen. Sì alla proposta di Emmanuel Macron, riproposta nell'audizione al Senato di martedì da Mario Draghi, sulle politiche di utilizzo dei 150 miliardi di euro di prestiti europei per il piano ReArm Europe: il problema, che su InsideOver (Inside Over)
Ne parlano anche altre testate
Gli europei devono trovare al più presto la volontà politica per reagire alla nuova linea americana e fermare Putin, evitando un allargamento della guerra e avendo in mente solo un immediato “cessate il fuoco”. (Corriere del Ticino)
Lo si legge nelle ultime bozze del vertice Ue. "Facendo seguito alle conclusioni del 6 e alla luce del Libro Bianco sulla Difesa, il Consiglio Europeo chiede un'accelerazione dei lavori su tutti i fronti per aumentare in modo decisivo la prontezza dell'Europa entro i prossimi cinque anni". (Tiscali Notizie)
Il recentissimo "White paper for European defence - Readiness 2030", pubblicato in data odierna della Commissione UE rappresenta il tentativo di affrontare in modo integrato le sfide di sicurezza dell’Unione. (Mondo Economico)

La Russia rimarrà una minaccia fondamentale per la sicurezza dell'Europa nel prossimo futuro, inclusa la sua postura nucleare più aggressiva e il posizionamento di armi nucleari in Bielorussia”. “Se alla Russia verrà permesso di raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina, la sua ambizione territoriale si estenderà oltre. (L'HuffPost)
Il programma mira a migliorare in modo decisivo la reattività, la resilienza e le prestazioni dei sistemi di difesa missilistica aerea integrata (IAMD) per proteggere l’Unione Europea da minacce che vanno dagli sciami di droni iper-saturanti ai missili ipersonici. (Ares Osservatorio Difesa)
ReArm Europe, il nome scelto da Ursula von der Leyen per il piano d’emergenza Ue di difesa, non sparirà dalla circolazione, come Giorgia Meloni vorrebbe. Ma la Commissione ha preso atto delle perplessità cui ha dato voce – tra gli altri – la premier italiana, affiancando a quel brand così contestato un’altra dicitura: Readiness 2030 (“Prontezza 2030“). (Open)