Lettera di Matteo Renzi a «La Verità»

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Matteo Renzi ESTERI

Lettera di Matteo Renzi a «La Verità» del 05-01-2024 Caro direttore, i lettori del suo giornale hanno appreso ieri che io farei parte di «un esercito di saltimbanchi che «fa numeri da circo» e che è intento a «svacanzare» a Cortina. Rispetto ai toni del passato queste espressioni che La Verità mi rivolge oggi sono quasi lusinghiere (ricorda come mi avete trattato per Open? O per Consip? O per altre indagini? Sono lieto di ricordarle che le vicende che mi riguardavano si sono chiuse tutte con assoluzioni o proscioglimenti), ma avverto tuttavia il bisogno di puntualizzare alcune cose. (Matteo Renzi)

Su altri giornali

Cecilia Sala, Roberto Vannacci: "Conosceva i rischi dell'andare in Iran" (La Stampa)

Ha solo due reti televisive, una in persiano, l’altra, … In una cella isolata della prigione di Evin, Cecilia Sala “probabilmente non è al corrente di nulla, non sa nulla dei negoziati in corso per liberarla né che la sua detenzione è legata a quella di un iraniano arrestato in Italia. (Il Fatto Quotidiano)

E sono 384 ore che la madre, il padre e il compagno la stanno aspettando a casa, domandandosi: che cosa possiamo fare da qui? «La situazione di nostra figlia, Cecilia, chiusa in una prigione di Teheran, è complicata e molto preoccupante», hanno scritto ieri i genitori in una nota. (Corriere della Sera)

Iran, diplomazia degli ostaggi

Si tratta, anzi, del riflesso più significativo a causa delle sue conseguenze potenziali. Si potrebbe dire che è il vero obiettivo di Teheran: creare… (la Repubblica)

«La disponibilità del sottosegretario Alfredo Mantovano a riferire al Copasir è il minimo sindacale ma del tutto insufficiente ad affrontare la complessità del problema». Così Matteo Renzi nella lettera inviata a "La Verità", parlando del caso di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran da prima di Natale. (Il Dubbio)

E’ la cosiddetta “diplomazia degli ostaggi” che in passato ha permesso all’Iran, in un contesto di sanzioni economiche e isolamento diplomatico, di usare i prigionieri come leva per ottenere favori o la liberazione di iraniani detenuti all’estero. (L'Unione Sarda.it)