Vago sui piani italiani, chiude alle armi, avverte sui dazi e suona la sveglia per l'Ue. L'audizione di Elkann
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Vago sui piani italiani, chiude alle armi, avverte sui dazi, critica le norme europee su energia e clima e suona la sveglia per l’Ue. L’audizione di Elkann Ottimista sul futuro ma vago sui livelli produttivi, contrario alla riconversione degli stabilimenti per produrre armi, preoccupato dai dazi Usa e critico verso le politiche di Bruxelles su energia e clima. John Elkann è un fiume in piena durante la sua audizione alla Camera dei Deputati, durata oltre 2 ore e mezza. (Energia Oltre)
Ne parlano anche altre testate
Venerdì il Movimento Cinque Stelle tornerà davanti ai cancelli di Mirafiori a Torino, insieme al gruppo parlamentare europeo The Left. (LA NOTIZIA)
Durante l’audizione informale a Montecitorio del presidente di Stellantis, John Elkann, sulla produzione automobilistica del gruppo in Italia, che si è svolta a nelle Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato, Chiara Appendino, del Movimento 5 Stelle, prima ha criticato duramente Elkann: “Purtroppo è difficile credere alle sue parole”. (Il Fatto Quotidiano)
Il presidente di Stellantis John Elkann ha tenuto un’audizione davanti alle commissioni Attività produttive di Camera e Senato. Elkann ha ribadito l’impegno del gruppo in Italia, confermando quando emerso lo scorso dicembre, e si è augurato che il dibattito sui fondi pubblici ricevuti non sia più “motivo di scontro”. (Virgilio Notizie)

A questo si aggiunge anche il fatto che l’azienda non ha preso nessun impegno per quanto riguarda i volumi, perché «è molto difficile prevedere quanto produci perché non sai quanto vendi. (Italia Oggi)
Allineati, formano grandi rettangoli adiacenti. Non in sintetico, non verdi, ma grigi. (il manifesto)
Attacca a testa bassa - e con toni mai usati in passato - la Ue, bocciandone il piano per l’automotive - «Interventi di corto respiro» su multe e batterie - e accusandola di «mancanza di pianificazione» sul settore e di «una rigida politica climatica senza aver creato le condizioni industriali che la favoriscano». (ilmessaggero.it)