Berco, si apre un spiraglio. Ritirati i 480 licenziamenti
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Di Federico Di Bisceglie È presto per cantare vittoria. Ma il fatto che Berco abbia deciso di ritirare la procedura di licenziamento collettivo avviata nell’ottobre scorso e, parallelamente, di disdire il contratto integrativo, è sicuramente rilevante. Anche perché i posti di lavoro in ballo sono 480. Il tutto "a condizione che sia raggiunta un’intesa con le organizzazioni sindacali". È questo che scrive a chiare lettere l’azienda in una nota nella quale viene chiarita la posizione. (il Resto del Carlino)
Se ne è parlato anche su altri media
E' l'unica Costituzione nella quale il Presidente del Consiglio dei ministri non può revocare i ministri, perché la formula è quella del CLN: o stanno tutti assieme o non stanno. (Il Giornale d'Italia)
Lungo il corteo seguito da comizi in piazza. «Eravamo fra i sette e gli ottomila», racconta Davide Benazzo, segretario dei metalmeccanici Cgil di Rovigo. (Corriere della Sera)
“La Berco è l’esempio lampante di ciò che sta succedendo”, ovvero “una situazione catastrofica” con tante aziende che chiedono gli ammortizzatori e “molte con procedure di licenziamento aperte”. (La Repubblica)
Crisi Berco, l'appello del ministro Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) durante il tavolo sulla vertenza: «Trovare un accordo per evitare i licenziamenti». Nei giorni scorsi i sindacati avevano organizzato un folto corteo a Copparo (Ferrara) per protestare contro il piano di esuberi che prevede, in quello stabilimento, la perdita di 480 dipendenti. (ilgazzettino.it)
L’azienda ha ritirato la procedura di licenziamento collettivo che coinvolgeva 480 lavoratori, nonché la disdetta degli accordi integrativi aziendali. Si apre una nuova fase di confronto tra azienda e organizzazioni sindacali, dopo il tavolo che si è tenuto ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), che si è concluso con importanti impegni. (il Resto del Carlino)
Crisi Berco, ritirata dalla società la procedura di licenziamento collettivo per i 480 dipendenti dello stabilimento ferrarese di Copparo e di quello trevigiano di Castelfranco. «Il risultato dell'incontro di oggi tenuto a Roma - puntualizza in una nota - deve rappresentare l'inizio di un confronto tra le parti volto a individuare le soluzioni industriali e occupazionali necessarie per superare la crisi in atto. (ilgazzettino.it)