Meloni ha la possibilità di sfruttare la presidenza Trump per accrescere il ruolo dell'Italia, il caso Sala è il primo passo
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Il primo successo è stato raggiunto. Il viaggio a Mar-a-Lago di Giorgia Meloni ha aperto la strada alla liberazione della giornalista Cecilia Sala da parte dell'Iran, evitando uno scontro con la diplomazia americana. È stato necessario interloquire con l'amministrazione uscente, quella di Joe Biden, ma ancora di più assicurarsi che quella entrante di Donald Trump non vedesse l'intesa raggiunta con Teheran — che prevede la non estradizione dell'ingegnere iraniano Mohammad Abedini negli Stati Uniti — come uno sgarbo nei confronti di Washington. (Il Giornale d'Italia)
Ne parlano anche altri giornali
Una felicità immensa, una madre che può riabbracciare ua figlia tenuta prigioniera in Iran senza troppe spiegazioni e con molte incertezze per il futuro.. (Corriere TV)
I rapporti con l'Iran? "Il nostro approccio diplomatico è lo stesso con tutti i Paesi, anche con quelli giudicati ostili dall'Occidente - ha concluso - E, la mia non è una considerazione di parte, ha aiutato il peso politico internazionale di Giorgia Meloni". (AGI - Agenzia Italia)
"Cecilia Sala è libera": Elly Schlein ha dato la notizia della liberazione della giornalista italiana, arrestata in Iran il 19 dicembre scorso e scarcerata l'8 gennaio, tramite un post sul suo profilo Instagram. (Liberoquotidiano.it)
– Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso al presidente del Consiglio Giorgia Meloni i complimenti per il ritorno di Cecilia Sala in Italia. Successivamente, ha telefonato alla mamma di Cecilia Sala, che aveva incontrato nei giorni successivi all’arresto. (Agenzia askanews)
Il sorriso di Cecilia Sala, il suo abbraccio con le persone che la amano nell’istante del suo ritorno a casa ci consegnano per un giorno l’immagine di un Paese intero capace, se lo vuole, di unirsi e di raggiungere con resilienza, compostezza e capacità, un obiettivo di grande valore materiale e simbolico, quale è restituire la libertà a una giovane donna vittima di un arresto arbitrario per mano… (la Repubblica)
Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita». «Quando ho visto comparire il nome di Cecilia sul display del mio cellulare, che mi chiamava, mi sono commosso. (ilmessaggero.it)