Ferrari alza i prezzi fino al 10% per compensare i dazi USA; confermati gli obiettivi finanziari per il 2025 nonostante rischio sui margini

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Il Giornale d'Italia ECONOMIA

Ferrari risponde ai dazi statunitensi, rivedendo la propria politica commerciale con un aumento dei prezzi fino al 10% per alcuni modelli destinati al mercato USA; la casa automobilistica di Maranello, tuttavia, ha confermato che gli obiettivi finanziari per il 2025 restano invariati, sebbene con il rischio di una diluizione di 50 punti base sui margini di redditività (EBIT ed EBITDA). La strategia commerciale prevede che le condizioni rimangano invariate per gli ordini di modelli importati prima del 2 aprile 2025 e per quelli delle famiglie Ferrari 296, SF90 e Roma, indipendentemente dalla data di importazione. (Il Giornale d'Italia)

La notizia riportata su altre testate

I "controdazi intelligenti" - rinviati dal primo al 13 aprile - in risposta alla raffica di tariffe di Trump su automobili, acciaio e alluminio restano in fase di definizione. L’Unione europea è pronta a rispondere ai dazi del 25% imposti da Trump sulle auto non prodotte negli USA. (Il Giornale d'Italia)

Le case automobilistiche italiane hanno espresso preoccupazione per i dazi Usa del 25% confermati dal presidente americano Trump a partire dal 2 aprile prossimo. (Corriere TV)

PUBBLICITÀ Gli Stati Uniti annunciano nuovi dazi, la Commissione europea prepara la sua risposta. E le tensioni tra Bruxelles e Washington si acuiscono. Le ultime misure saranno calibrate sui dazi sulle automobili annunciati da Trump mercoledì sera e su quelli reciproci previsti per la prossima settimana (Euronews Italiano)

Serviva un’impresa a Jasmine Paolini per raggiungere la finale al wta 1000 di Miami ossia battere la numero 1 del mondo Sabalenka. Missione fallita ma segnali di grande ripresa con sprazzi di ottimo tennis, il punteggio 6-2 6-2 non rende molta giustizia all’azzurra che non e’ riuscita a contrastare la violenza dei colpi della russa. (News Sports)

Secondo gli analisti, infatti, le principali case automobilistiche possono affrontare i dazi imposti dal presidente Donald Trump in vari modi, ma tutti comportano prezzi più alti, una minore scelta di modelli o limiti alle funzionalità offerte. (HDmotori)

Certo, rispetto agli oltre 30 miliardi della Germania, potrebbero sembrare poca cosa. Ma resta il fatto che gli Usa sono il primo mercato per le auto fatte in Italia - 27% di quota, generando un saldo positivo a fronte di una bilancia commerciale negativa per 20,2 miliardi - e la prima area di destinazione extra Ue per i componenti. (Il Sole 24 ORE)