Aperta a Baku la COP29 sul clima all'ombra del negazionista Trump

Aperta a Baku la COP29 sul clima all'ombra del negazionista Trump
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Corriere della Sera ESTERI

Si è aperta lunedì mattina a Baku, in Azerbaigian, la ventinovesima Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfcc) o COP29. Al centro dei negoziati fra i 197 Paesi membri, più l'Unione europea, sarà quest'anno la finanza. Il vertice, però, non si apre sotto i migliori auspici sia per le tante assenze fra i leader mondiali, anche a causa del concomitante G20 in Brasile, sia per l'imminente ritorno alla presidenza Usa di Donald Trump, che secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, è pronto a "strappare" l'accordo di Parigi sul clima «il primo giorno alla Casa Bianca». (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri media

L’Itu scende in campo contro il climate change ed elabora un manifesto per la Cop29, frutto della collaborazione tra governi nazionali, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, filantropi, settore privato, accademia e società civile, in cui si mette in evidenzia il ruolo cruciale delle tecnologie e si delineano gli obiettivi green che si possono raggiungere grazie alla messa in pratica di politiche digital-oriented. (CorCom)

Nelle claustrofobiche sale delle strutture temporanee costruite a fianco al Baku Stadium, dopo aver attraversato un lungo viale con le insegne della compagnia petrolifera statale Sokar, in Azerbaijan è iniziata la Cop29, la grande Conferenza delle parti sul clima. (la Repubblica)

Nord globale contro Sud globale? Gli schieramenti che si confrontano nei negoziati climatici della Cop29 a Baku sono in verità sfaccettati. Anche sulla questione che si preannuncia centrale, la finanza climatica: chi paga, in che modo, quanto e per cosa. (il manifesto)

Chi non va alla Cop29: i leader dei paesi più ricchi latitano, per la Papua Nuova Guinea è una “perdita di tempo”

I progressi, che pure ci sono stati, nel finanziare gli sforzi di adattamento ai cambiamenti climatici non stanno progredendo abbastanza velocemente per rispondere ai bisogni dei Paesi più colpiti dalla crisi climatica. (Focus)

Isabelle Werner, lei è alla COP29 in rappresentanza di MeteoSvizzera. (MeteoSvizzera)

Mancano all’appello parecchi leader dei paesi più ricchi e più responsabili del riscaldamento globale. Il ministro degli Esteri Justin Tkatchenko l’aveva già definita come una “completa perdita di tempo”, ora il primo ministro James Marape dà la conferma: la Papua Nuova Guinea boicotta la Cop29, la Conferenza delle parti sul clima in programma dall’11 al 22 novembre a Baku, in Azerbaigian (LifeGate)