Conti pubblici, l’Ue promuove Italia e Francia. Olanda bocciata, male la Germania
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STRASBURGO— Italia e Francia promosse. E i cosiddetti ‘frugali’, a partire dall’Olanda per proseguire con Germania, Finlandia e Austria, dietro la lavagna. Con Amsterdam addirittura ‘bocciata’ e gli altri rimandati. Le ‘pagelle’ della Commissione europea stavolta danno forma ad una sorta di testacoda: buonissime con chi ha deficit e debito alto, molto meno con i ‘falchi’. “Sono stati loro – ha commentato il commissario all’Economia uscente, Paolo Gentiloni – a volere queste regole”. (la Repubblica)
Su altri giornali
Semaforo verde alla manovra e al piano pluriennale di rientro del debito in sette anni, che applica le nuove regole del Patto di stabilità: l’Italia passa l’esame di Bruxelles. (Corriere della Sera)
«L’approvazione, da parte della Commissione europea, del piano italiano per il contenimento del debito pubblico e del deficit, segna un passaggio fondamentale per il futuro delle finanze pubbliche e il ruolo dell’Italia nel panorama europeo. (agenzia giornalistica opinione)
Le pagelle, diffuse ieri dalla Commissione Ue riunita a Strasburgo per l’ultima riunione del mandato (la numero 191), restituiscono l’immagine di un’Europa al contrario. Italia promossa a pieni voti, Germania rimandata e Paesi Bassi bocciati. (ilmessaggero.it)
"Un giudizio atteso, frutto di una politica economica e di scelte improntate sulla serietà. Così il ministro Giancarlo Giorgetti sulle valutazioni espresse dalla commissione Ue su Dpb e Psb. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
L'obiettivo di riduzione del debito rende inevitabile una certa cautela... 'I numeri della legge di bilancio italiana sono in sintonia con le regole e le raccomandazioni europee. (Virgilio)
Accade anche questo: che mentre gli alleati della maggioranza litigano sulla legge di stabilità e non riescono (per ora) a trovare l’accordo, l’Italia in Europa è promossa per il rispetto delle regole del nuovo Patto di stabilità, insieme ad altri sette Paesi tra cui non figura la Germania (in crisi di governo e ormai avviata verso elezioni anticipate), l’Olanda, in altri tempi capofila del rigore e dei richiami ad altri membri dell’Unione, e la Francia sta lì lì, perché non si conosce la sorte della manovra proposta dal primo ministro Barnier, appeso con il suo governo all’appoggio altalenante di Le Pen, che potrebbe farlo mancare da un momento all’altro. (La Stampa)