Trump smantella i media finanziati dagli Usa e attivi all’estero: messi in congedo i giornalisti di Voice of America e altre testate
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Dopo l’attacco all’agenzia per gli aiuti internazionali (Usaid) e al dipartimento dell’istruzione, l’attenzione di Donald Trump si sposta adesso anche contro organi di informazione finanziati dagli Stati Uniti e attivi all’estero, che il presidente Usa vuole smantellare. L’amministrazione Trump ha messo in congedo i giornalisti di Voice of America (Voa) e di altre emittenti, congelando bruscamente media decennali considerati da tempo fondamentali per contrastare le offensive informative russe e cinesi ma declassate dal tycoon a “propaganda radicale“. (Il Fatto Quotidiano)
Su altri media
L'amministrazione Trump ha ordinato il licenziamento dei dipendenti di Voice of America, storica emittente radiofonica finanziata dal governo federale che era nata nel 1942 per contrastare la propaganda nazista. (Milano Finanza)
Voa, ancora principalmente un servizio radiofonico, è stata fondata durante la seconda guerra mondiale per contrastare la propaganda nazista, ed è utilizzata da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. (il Giornale)
Bruxelles – Si moltiplicano gli appelli per salvare Radio Free Europe, storica voce dell’informazione negli ex Paesi sovietici, dopo la decisione di Donald Trump di smantellare l’agenzia governativa (Usagm) che la sosteneva. (EuNews)
L'amministrazione di Donald Trump ha tagliato i fondi per le emittenti radiofoniche Voice of America, Radio Liberty e Radio Martí. Migliaia di dipendenti in congedo amministrativo. "Enorme regalo ai nemici dell'America" Di Euronews Agenzie: AP (Euronews Italiano)
– Con un ordine esecutivo firmato venerdì notte, il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha ridotto al silenzio le operazioni delle più importanti emittenti pubbliche americane. I loro programmi sospesi nel giro di poche ore. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
TRENTO. Trump mette a tacere Voice of America, nata per combattere il nazismo. Smentiva le fake news di Russia e Cina. Musk ne aveva chiesto la chiusura. "Minaccia alla libertà di stampa" (il Dolomiti)