Davide il tennista, Francò l'ex parà: le storie dei cinque operai morti a Calenzano. «La paura ci accompagna sempre»
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«Non può essere che mio marito non ci sia più. Come farò a dirlo ai nostri due figli?», dice, la voce rotta dal dolore, Katia che solo il giorno dopo l'esplosione a Calenzano ha saputo di essere vedova. La vedova di Franco Cirelli, lucano di 50 anni, arrivato una settimana per la manutenzione al deposito Eni a Calenzano, dove è morto lunedì mattina assieme ad altri quattro lavoratori. Cirelli, impiegato alla Sergen, sarebbe dovuto tornare a Cirigliano (Matera), piccolo paese con circa 300 abitanti, per festeggiare il Natale (Corriere Fiorentino)
Su altri giornali
Dai primi rilievi tecnici disposti dalla procura di Prato nel deposito Eni, non è stato trovato esplosivo, quindi, viene escluso che l'esplosione sia da attribuire a un possibile sabotaggio. Strage di Calenzano (ilmessaggero.it)
Allora ha grandissima responsabilità" tanto "quanto le imprese". È quanto ha affermato la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, a margine della manifestazione 'Basta morti sul lavoro', organizzata a Calenzano (Firenze) dopo la tragedia al deposito Eni (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Butta il sasso nello stagno Giuseppe Carovani, che di Calenzano è stato il sindaco (diessino) dal 1999 al 2009, e che l’anno scorso è tornato alla guida dell’amministrazione comunale con un’alleanza di sinistra, battendo la candidata del Pd. (il manifesto)
Pretende di posare una mano su quel legno che custodisce carne della sua carne. – All’angolo dell’ingresso dello stabilimento Eni di Calenzano, c’è un fratello che vuole uscire da questo strazio. (LA NAZIONE)
Una lettera. Che denunciava «continue anomalie sulla base di scarico» nel deposito Eni di Calenzano. L’ha scritta Vincenzo Martinelli, una delle cinque vittime dell’esplosione, alla sua azienda Bt Trasporti. (Open)
Omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, reati entrambi aggravati dalla violazione delle norme per la sicurezza sul lavoro; rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro; disastro colposo, come previsto dagli articoli 449 e 434 del codice penale relativo a chi "commette un fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa ovvero un altro disastro" sono, per ora, le contestazioni nell'ambito dell'indagine su quanto avvenuto nella mattinata di lunedì 9 dicembre nell'area di carico del deposito di carburanti Eni di Calenzano (Firenze), che ha provocato 5 morti e 26 feriti (di cui 3 ancora in gravi condizioni) diretta dal procuratore Luca Tescaroli. (Adnkronos)