“Io e Franco come fratelli. Abbiamo sperato fino all’ultimo che fosse vivo”
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Aveva 50 anni e due figli piccoli. Inizialmente dato per disperso, Franco Cirelli è una delle cinque vittime accertate dell’esplosione nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze. Sia lui che l’altra vittima lucana, il 45enne Gerardo Pepe, erano dipendenti della “Sergen”, ditta con sede a Grumento Nova (Potenza) che opera nel settore della manutenzione degli impianti petroliferi. Cire… (La Stampa)
Ne parlano anche altre fonti
Da Nord a Sud, guidavano su è giù nelle strade del Paese per lavoro e avevano famiglie e amici che adesso raccontano ognuna delle vittime della strage degli autotrasportatori. La prima vittima identificata è stata Vincenzo Martinelli, cinquantunenne napoletano, ma residente da diversi anni a Prato: lascia una moglie e due figlie di diciotto e ventuno anni. (Giornale di Sicilia)
Uno dei camionisti aveva avvertito dei problemi alla base di scarico. Un testimone chiama in causa gli operai della Sergen. E il pm parla di «condotte scellerate» dietro la strage (Open)
"L’impianto è pericoloso non solo per i rischi connessi alla sua natura ma è ancor più pericoloso per il momento storico che stiamo vivendo, momento caratterizzato da numerosi focolai di guerra, anche molto vicini a noi, con conseguenti possibili atti terroristici, e le attività che sono presenti nel nostro Golfo accanto al rigassificatore ne fanno un obiettivo altamente sensibile. (CittaDellaSpezia)
“Nonostante le attività e le esercitazioni per il rischio di incidenti, chiediamo che si ripensi complessivamente questo insediamento nel cuore di Calenzano, a due passi dalla ferrovia, a 300 metri dall’autostrada A1 ed a 500 metri dall’A11. (il manifesto)
Secondo le prime ricostruzioni, una fuoriuscita di carburante durante lavori di manutenzione avrebbe innescato il disastro, con una scintilla che ha causato l’esplosione. L’incidente ha provocato la morte di cinque persone e il ferimento di ventisei, di cui tre in condizioni critiche. (Il Giornale d'Italia)
È l'ipotesi della Procura di Prato che indaga sull'incidente per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. (Fanpage.it)