I possibili effetti sull'Italia delle elezioni Usa: cosa può succedere?
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Fosse solo una questione di affinità elettive, Giorgia Meloni avrebbe già da tempo schierato Palazzo Chigi, Fratelli d’Italia e il governo dalla parte di Donald Trump. Invece, riguardo alla campagna elettorale che tiene il mondo con il fiato sospeso, la presidente del Consiglio continua a mostrarsi ambivalente, se non ambigua. COME SEGUIRE LA NOTTE ELETTORALE USA SUL CORRIERE Intervistata da Bruno Vespa a Porta a Porta a meno di una settimana dal voto americano, la leader della destra italiana si è tenuta in equilibro tra il tycoon repubblicano e la candidata democratica che aspira a diventare la prima inquilina della Casa Bianca (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri giornali
Se la destra italiana è per Donald Trump, la sinistra è contro di lui, prima ancora che per Kamala Harris e fatte salve le dichiarazioni formali sul rispetto del voto americano. Nonostante le cautele istituzionali richieste dal caso, lo schema degli endorsement sull’asse Roma-Washington è quindi piuttosto definito, con varie sfumature e diversi gradi di intensità a seconda degli interpreti. (Avvenire)
Un sondaggio dell’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24 rivela che il 57% degli intervistati voterebbe per la candidata democratica. Guardando alla politica italiana, la fiducia nei leader continua a fluttuare, mentre nelle intenzioni di voto c’è una battuta d’arresto per tutti i partiti tranne Fdi e M5S (Sky Tg24 )
A capo di una casa editrice, la Giubilei Regnani, presidente della Fondazione Tatarella, che ha organizzato il 5 ottobre il più importante congresso dei conservatori in Italia, ex consigliere al ministero della Cultura e appena tornato dall’America dopo una selezione per l’International Visitor Leadership Program come uno dei più promettenti “leader emergenti”. (MOW)
“La politica americana è molto meno lontana di quello che sembra. Chiunque vinca, il tema della NATO e del pagamento dei nostri oneri ci sarà, non si può sfuggire. (LAPRESSE)
Ha dimostrato la sua abilità diplomatica passando nei primi di due anni di governo da leader misterioso estraneo al salotto buono dell’Occidente e perciò guardato con sospetto a kingmaker della nuova Europa, come l’ha definita la grande stampa internazionale. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Fosse solo una questione di affinità elettive, la premier avrebbe già da tempo schierato Palazzo Chigi, FdI e il governo dalla parte di Donald Trump. A sinistra, l’ambiguità di Giuseppe Conte e la «forte speranza» di Elly Schlein che alla Casa Bianca entri la prima donna. (Corriere Roma)