Netanyahu non vuole sentire ragioni e manda in stallo l’accordo di pace con Hamas
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Sembrava ormai a un passo la pace tra Hamas e Benjamin Netanyahu, tanto che i media statunitensi e israeliani favoleggiavano di un’intesa già prima di Natale. Invece, l’accordo è ancora in alto mare. La doccia gelata è arrivata dal Washington Post, che, citando una fonte dell’amministrazione americana di Joe Biden, ha rivelato che gli sforzi per raggiungere un accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per il contestuale rilascio degli ostaggi non hanno segnato progressi nelle ultime ore. (LA NOTIZIA)
La notizia riportata su altri giornali
Il premier israeliano, apparso a sorpresa in Siria, nell' ex terra di nessuno rioccupata dall'Idf dopo la cacciata di Assad da Damasco, smentisce le indiscrezioni su un suo viaggio al Cairo, dove oggi Al Sisi ha convocato con urgenza Abu Mazen. (Sky Tg24 )
Brutte notizie dal fronte dei negoziati per il rilascio dei prigionieri e rapiti: Yedioth Ahronoth sull’autorità di un funzionario israeliano afferma che “l’accordo di scambio con Hamas non avverrà tra giorni ma settimane”. (AGC COMMUNICATION)
Medioriente, Netanyahu: "Non firmo accordo ostaggi senza aver sradicato Hamas" 21 dicembre 2024 (Il Sole 24 ORE)
Nelle ultime ore non sono arrivate notizie di progressi verso un’intesa, rileva il Washington Post dopo giorni di segnali che lasciavano intendere si fosse a un passo dalla tregua, e il giornale evidenzia come il direttore della Cia, William Burns, abbia lasciato Doha dopo una giornata di lavori e non sia più in Medio Oriente. (CremonaOggi)
E' passato più di un anno dall'inizio dei negoziati per arrivare a un accordo che porti a un cessate il fuoco tra Israele e Hamas e alla liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di... (Virgilio)
Pochi giorni fa, da più parti, era stata rilanciata la notizia di colloqui giunti a una “fase decisiva e finale”. Benjamin Netanyahu, in un’intervista al Wall Street Journal, ha detto infatti che non firmerà un accordo sugli ostaggi se questo implica la fine della guerra a Gaza, che potrà terminare solo con la rimozione completa di Hamas (Il Fatto Quotidiano)