Al Cairo si dialoga, Netanyahu frena: «Il conflitto non finirà»
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Una delegazione israeliana è giunta ieri al Cairo per riprendere la discussione su un possibile accordo di cessate il fuoco a Gaza, con scambio di ostaggi e prigionieri politici palestinesi. Al centro dei negoziati, secondo i media qatarioti, la gestione dei confini e il controllo del valico di Rafah. Hamas e i gruppi palestinesi della Jihad Islamica e del Fronte popolare per la liberazione della Palestina hanno dichiarato di essere vicini a un accordo, sempre che Israele «non aggiunga nuove condizioni». (il manifesto)
Se ne è parlato anche su altri media
Se finora l’ottimismo tra le parti faceva sperare in una tregua di Natale con il ritorno degli ostaggi, ora l’atmosfera è sospesa. Benyamin Netanyahu, in un’intervista al Wsj, afferma che non accetterà di "mettere fine alla guerra prima di aver sradicato Hamas" dalla Striscia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
L'esercito israeliano ha dichiarato di non essere riuscito a intercettare un "proiettile" lanciato dallo Yemen che è atterrato vicino a Tel Aviv. Almeno dieci persone sono rimaste uccise in un attacco israeliano a Jabalia, a nord di Gaza (Sky Tg24 )
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un'intervista rilasciata al Wall Street Journal e riportata dai media israeliani, ha dichiarato che non firmerà un accordo per il rilascio degli ostaggi che implichi la fine della guerra "prima di aver sradicato Hamas". (Il Sole 24 ORE)
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, in un’intervista al Wall Street Journal, riferisce che non firmerà un accordo sugli ostaggi se questo implica la fine della guerra a Gaza, che potrà terminare solo con la rimozione completa di Hamas (Open)
Mentre aumentano le speranze per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari denuncia che in alcuni attacchi israeliani i corpi dei palestinesi sono stati "vaporizzati", come dopo la bomba atomica a Nagasaki nel 1945. (Fanpage.it)
Le discussioni sono in corso a Doha Uno dei principali punti critici, spiega, è la continua presenza militare israeliana nel corridoio Filadelfia, una striscia di terra strategicamente importante nel sud di Gaza lungo il confine con l’Egitto. (LAPRESSE)