Cosa resta del futurismo? Annunci e reperti
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Ma cosa è stato il futurismo che mise a soqquadro il mondo? Il 2 dicembre nell’ottantesimo anniversario della morte del suo fondatore, Filippo Tommaso Marinetti, si aprirà alla galleria nazionale d’arte moderna di Roma una grande mostra, con tanto di convegno e catalogo sul futurismo. Proviamo a rimettere insieme i cocci sparsi del futurismo. Per cominciare, audacia è la parola d’ordine del Manifesto futurista. (Marcello Veneziani)
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Martedì 3 dicembre, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, apre al pubblico la mostra “Il Tempo del Futurismo”, promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini. (Direzione generale Musei)
A 80 anni dalla scomparsa di Marinetti, apre la chiacchierata mostra Il Tempo del Futurismo. Ne parla con noi il curatore Gabriele Simongini (ArtsLife)
Oggi 2 dicembre, nel giorno dell’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma s’inaugura alle 18 la mostra «Il tempo del Futurismo» (3 dicembre-28 febbraio 2025). (Il giornale dell'Arte)
Diversamente dalle mostre del passato dedicate al rivoluzionario movimento d’avanguardia fondato nel 1909 da Marinetti, questa mostra si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia e illustra quel “completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche” posto alla base della nascita del Futurismo (cultura.gov.it)
Roma — Mentre negli uffici governativi il ministro Giuli fa la voce grossa sui tagli al Mic, intorno all’apertura della mostra alla Gnam di Roma sul Futurismo prevista domani continuano i veleni. Voluta dal predecessore Sangiuliano ma di fatto primo grande evento del suo mandato da ministro della Cultura, la mostra è stata funestata dalle polemiche. (la Repubblica)
Probabilmente la maggior parte degli italiani non sa cosa raffiguri il verso della moneta dei 20 centesimi di euro, eppure si tratta di Forme uniche della continuità nello spazio, uno dei massimi capolavori di Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 1882 – Verona, 1916), e al contempo uno dei simboli del Futurismo (Artribune)