Ritrovata a Pompei una Deposizione di Mantegna scomparsa per secoli. La mostra ai Musei Vaticani

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La più celebre rappresentazione del Cristo Morto – proposto con mirabile scorcio prospettico, disteso senza vita con le piante dei piedi in primo piano – di Andrea Mantegna è tra le opere di punta della collezione della Pinacoteca di Brera. Mentre più tradizionale è la composizione della Deposizione che l’artista veneto, interprete di primo piano della pittura rinascimentale italiana, dipinse sul finire della sua carriera, nell’ultimo scorcio del secolo (se non all’inizio del Cinquecento), con buona probabilità su commissione aragonese, forse dello stesso re di Napoli, Federico d’Aragona. (Artribune)

Ne parlano anche altre fonti

Era il luglio del 2020 quando, nel Santuario della Beata Vergine del Santo Rosaio di Pompei, nella provincia di Napoli, venne ritrovata una Deposizione di Cristo di Andrea Mantegna inedita, una tela mai vita prima. (Fanpage.it)

Era dato per disperso, introvabile dopo essere scomparso dalla basilica di San Domenico Maggiore, a Napoli. E invece era semplicemente nascosto dietro l’angolo, nel Santuario di Pompei sotto strati di ridipinture. (Open)

Marino (Rm) – Il Centro di Aggregazione Giovanile del Comune di Marino avvia altri due straordinari laboratori offerti gratuitamente ai giovani e a tutta la cittadinanza. L’inizio dei laboratori previsto per il 25 marzo, del coworking previsto per l’8 aprile (La Torre Oggi)

Raphinha Manchester United, affare possibile? Ecco l’indiscrezione di mercato Prelevato nell’estate del 2022 dall’Everton, Raphinha ci ha messo diverso tempo a far sbocciare del tutto il suo talento in terra catalana. (News Sports)

E già giovedì sarà ai Musei Vaticani, piatto forte della mostra «Il Mantegna di Pompei. Un capolavoro ritrovato», dedicata appunto alla «Deposizione di Cristo», il cui recente restauro ha permesso di confermare definitivamente l’attribuzione al grande maestro rinascimentale. (ilmattino.it)

È solo grazie a una straordinaria intuizione dello storico dell’arte Stefano De Mieri, docente all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che l’opera ha potuto riemergere dalla dimenticanza. Il dipinto, già documentato nel XVI secolo nella basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, sembrava essere scomparso dalle fonti storiche, lasciando aperti interrogativi sulla sua effettiva esistenza. (Arte Magazine)