L’appello di Cecilia Sala: “Fate presto”
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Alla reporter, contrariamente a quanto affermato dalle autorità iraniane, non è arrivato neanche il pacco (con beni di prima necessità, sigarette e una mascherina per proteggersi dalla luce al neon che nella cella è accesa 24 ore su 24) che le è stato inviato dal Governo italiano. A Cecilia Sala è riservato lo stesso trattamento delle prigioniere politiche che affollano le celle del carcere diventato il simbolo della repressione della Repubblica islamica. (RSI)
Ne parlano anche altri giornali
Abedini, la Procura generale di Milano: "No agli arresti domiciliari" 02 gennaio 2025 (Il Sole 24 ORE)
Non ci sarebbe stato alcun riferimento alla vicenda della giornalista Cecilia Sala, detenuta a Teheran dal 19 dicembre, nel corso del colloquio tra l’ingegnere 38enne iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, il console iraniano e il suo avvocato Alfredo De Francesco che si è tenuto ieri mattina al carcere di Opera: «Abedini è ovviamente molto spaventato, in un Paese che non conosce, in cui si parla una lingua che non conosce. (La Stampa)
Le autorità italiane continuano a lavorare per il rilascio della giornalista italiana arrestata il mese scorso a Teheran e trattenuta nel carcere di Evin. Sala sarebbe costretta a dormire sul pavimento in una cella sempre illuminata. (Euronews Italiano)
“Sono molto preoccupato per la mia famiglia e dispiaciuto di trovarmi di fronte a un’accusa che sostanzialmente mi considera al fianco di terroristi”. E’ quanto fa sapere a LaPresse, attraverso il suo avvocato Alfredo De Francesco, Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano arrestato lo scorso 19 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti. (LAPRESSE)
Non riesco a capire questo arresto". "Io sono un accademico, un uomo degli studi. (Virgilio)
Entro il 2 gennaio 2025, la Corte d’Appello di Milano dovrà fissare l’udienza per esaminare la richiesta di concessione degli arresti domiciliari ad Abedini. Il cittadino iraniano, 38 anni, è accusato di cospirazione per aver esportato componenti elettronici per droni dall’America all’Iran e di aver fornito supporto materiale al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, coinvolto in un attacco con droni che ha causato la morte di tre soldati americani in Giordania. (Vanity Fair Italia)