Ineos Britannia all’assalto di New Zealand: a Barcellona la finale di America's Cup
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Dopo aver regalato alla Gran Bretagna il primo successo in Louis Vuitton Cup, Ineos Britannia torna in acqua a Barcellona per contendere l’America's Cup a New Zealand. È un altro momento storico per gli inglesi che non giungevano all'ultimo atto della competizione velica più prestigiosa da 60 anni. L’ultima imbarcazione a riuscirci fu, infatti, nel 1964 il 12 Metri Sovereign che perse 3-1 a Newport contro l’americana Constellation. (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Team Britannia di Sir Ben Ainslie, avversario che si è rivelato insormontabile per Luna Rossa in finale di Louis Vuitton Cup, può riuscire dove nessun britannico è riuscito prima. C’è qualcosa di magico nell’attesa per questa Coppa America. (Sky Sport)
Ineos è cresciuta tantissimo e le regate contro Luna Rossa sono state un grandissimo allenamento. INEOS PUÒ GIOCARSELA (OA Sport)
Su Sky e in streaming su NOW è arrivato il momento più emozionante, quello delle finali tra i detentori di Emirates Team New Zealand e la rivale Ineos Britannia, vincitrice della Louis Vuitton Cup. Nelle acque di Barcellona l’atto conclusivo della 37esima edizione dell’America’s Cup, la manifestazione velica mondiale più iconica, seguita e amata. (Sky Sport)
Ian Roman / America's Cup Peter Burling e Nathan Outteridge hanno rappresentato il Defender, Emirates Team New Zealand, mentre per INEOS Britannia, il Challenger of Record, sono saliti sul palco Sir Ben Ainslie e Dylan Fletcher. (Nautica Report)
Quest'anno si svolge la 37esima edizione a Barcellona Dopo un lungo dominio americano, il trofeo è passato tra Australia, Nuova Zelanda e Svizzera. (Sky Tg24 )
Che la battaglia abbia inizio. Da una parte c’è Emirates Team New Zealand, un team leggendario - nato nel 1993 (ma c’era già stata una partecipazione Kiwi alla Louis Vuitton Cup nel 1988), morto nel 2003 e resuscitato nello stesso anno - che vuole vincere il trofeo per la terza volta consecutiva, come mai prima nessuno. (La Stampa)