Destituzione del presidente Yoon Suk-yeol, la Corea del Sud in subbuglio

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ESTERI

La sera del 3 dicembre, alle 22.20, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha annunciato, in un messaggio alla nazione, l’imposizione della legge marziale su tutto il territorio, con l’obiettivo di “eliminare le forze antistato filo-nordcoreane e comuniste” che, a suo avviso, stavano tentando di sovvertire la democrazia nel Paese. Nel suo discorso, Yoon ha giustificato tale decisione dichiarando che era necessaria per “ricostruire e proteggere la libera Repubblica di Corea”.

Il 16 dicembre, la Corea del Sud è entrata nella fase 2 del delicato processo che potrebbe portare alla destituzione del presidente Yoon Suk-yeol, dopo che l’Assemblea nazionale ha votato una mozione d’impeachment. La Corte costituzionale ha annunciato che terrà l’udienza preparatoria sull’impeachment parlamentare del presidente il 27 dicembre, dando il via alle procedure giudiziarie per la procedura di destituzione.

Nel frattempo, centinaia di sudcoreani tengono una veglia a Seul, protestando contro il presidente Yoon Suk-yeol dopo che la Corte costituzionale ha avviato la procedura di impeachment contro di lui. Yoon, sospeso dall'incarico dal parlamento da sabato, deve affrontare indagini simultanee per presunta insurrezione da parte di entrambi i procuratori e di una squadra congiunta di polizia, ministero della Difesa e investigatori anticorruzione.

La Corea del Sud continua a navigare in un mare in tempesta. Anche se negli ultimi giorni, anzi ore, l’Esecutivo di Seul ha accelerato per iniziare la procedura di impeachment al presidente Yoon Suk-yeol. Nel frattempo Han Dong-hoon, leader del partito di governo People Power Party, ha deciso di gettare la spugna e rassegnare le sue dimissioni.