Alzheimer, il grasso viscerale predice la malattia sino a 20 anni prima della manifestazione dei sintomi
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Il grasso viscerale nella mezza età avrebbe un legame con le proteine anomale che si accumulano nel cervello, segno distintivo della malattia di Alzheimer e potrebbe predire la patologia venti anni prima della manifestazione dei sintomi della demenza. A sottolinearlo è uno studio presentato al meeting annuale della Radiological Society of North America che aggiunge un tassello in più al lavoro discusso un anno fa nel corso dello stesso congresso. (Corriere della Sera)
Su altre fonti
Recentemente, un gruppo di ricercatori del Mallinckrodt Institute of Radiology della Washington University School of Medicine ha presentato uno studio che mette in luce un legame preoccupante tra il grasso viscerale, accumulato nella mezza età, e l'accumulo di proteine anomale nel cervello, segno distintivo dell'Alzheimer. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Questi studi aprono nuove prospettive sia per gli anziani che per il sistema sanitario, consentendo di intervenire con strategie preventive, prepararsi meglio ai costi e alle esigenze di assistenza e migliorare la qualità della vita dei pazienti. (Tiscali Notizie)
Quando cresce la percentuale di grasso corporeo viscerale aumenta anche la presenza di proteine anomale nel cervello che possono preludere alla malattia di Alzheimer. A sostenerlo una ricerca appena presentata al congresso della Radiological Society of North America (la Repubblica)
Il legame tra grasso e cervello era già noto ma adesso si è scoperto un tassello in più verso il terribile morbo di Alzheimer così da poter mettere in campo, nel prossimo futuro, nuove e più importanti misure di prevenzione: chi presenta una maggiore quantità di grasso viscerale è più esposto a questa malattia. (il Giornale)
1. Zuccheri e Dolci Perché evitarli: Gli zuccheri raffinati aumentano i livelli di insulina, favorendo l’accumulo di grasso viscerale. (Microbiologia Italia)
Un tipo specifico di grasso corporeo potrebbe essere in grado di prevedere l’insorgenza della malattia di Alzheimer fino a venti anni prima che compaiano i primi sintomi. Questa scoperta è il risultato di uno studio condotto da Mahsa Dolatshahi, ricercatrice associata post-dottorato presso il Mallinckrodt Institute of Radiology (MIR) della Washington University School of Medicine di St. (MeteoWeb)