Veneto, bodycam sui camici e braccialetti smart per difendersi dalle aggressioni dei pazienti
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Bodycam sui camici dei sanitari e braccialetti smart collegati con una centrale operativa per segnalare in tempo reale le aggressioni dei pazienti e chiedere aiuto. E’ la proposta della regione Veneto che come ha annunciato il presidente Luca Zaia – «a mali estremi, estremi rimedi» – potrebbe servire ad arginare quella che è ormai diventata una emergenza. I dati delle aggressioni La decisione arriva a fronte dell’analisi dei dati delle aggressioni e dell’impennata che si è registrata. (la Repubblica)
Ne parlano anche altre testate
«Lanciamo in Veneto un progetto innovativo per rendere più sicuro il lavoro dei nostri medici e infermieri». (ilgazzettino.it)
Nella Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari è stata presentata oggi a Venezia la sperimentazione che partirà negli ospedali di San Donà di Piave e di Portogruaro dell’Ulss 4 del Veneto orientale, i cui sanitari nei Pronto soccorso saranno dotati di smart-band e body-cam in grado di registrare audio e video e in caso di aggressione anche di fare direttamente le chiamate di emergenza. (ilgazzettino.it)
Il direttore Giuseppe Tonutti ha svelato quelle che saranno le prossime contromisure per contrastare le aggressioni al personale medico infermieristico a Pordenone. Dopo il pulsante rosso di emergenza attivo al pronto soccorso, l'azienda ha scelto di implementare il livello di sicurezza servendosi delle ultime tecnologie sul mercato: bodycam e telecamere. (PordenoneToday)
Il dispositivo, indossabile come un orologio, è collegato con una centrale operativa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)
«A mali estremi, estremi rimedi», con queste parole il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato un set di nuove misure per difendere i medici dalle aggressioni – sempre più frequenti – da parte dei pazienti. (Open)
Sono 141 gli episodi sfociati in aggressioni fisiche, senza dimenticare gli abusi e le minacce. Aree di degenza (135 casi), pronto soccorso (71 casi) e ambulatori (64 casi) i principali teatri di queste situazioni; infermieri e Oss le figure più colpite, anche se pure le guardie mediche, per la natura intrinseca del loro lavoro, risultano tra le figure più esposte. (ilgazzettino.it)