Vertici Ue, piano di Meloni: verso il “no” su Costa. Tajani: “Ma vota Ursula”

Vertici Ue, piano di Meloni: verso il “no” su Costa. Tajani: “Ma vota Ursula”
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La Stampa INTERNO

ROMA. Un vertice a tre, dopo una giornata lunghissima. Per capire cosa fare oggi a Bruxelles, per condividere una mossa che può risultare decisiva o fatale, per trovare una via d’uscita a un senso di isolamento crescente. Dopo le comunicazioni in Parlamento, dopo essersi scagliata, prima alla Camera e poi in Senato, contro l’Europa che la sta tenendo ai margini, Giorgia Meloni si ritrova da sola … (La Stampa)

Su altre fonti

Sono giorni intensi, questi, negli uffici dell'Unione europea, dove si sta definendo il futuro prossimo degli apparati istituzionali. Nei giorni scorsi, i sei negoziatori per i tre partiti della maggioranza si sono preventivamente accordati per la nomina dei tre "top jobs" e il tutto è avvenuto senza il coinvolgimento dell'Italia. (il Giornale)

La premier ha contestato sia il metodo che il merito nella scelta dei top jobs europei. A poche ore dall’inizio del Consiglio europeo nessuno è ancora in grado di prevedere come si posizionerà l’Italia. (Il Sole 24 ORE)

E' un malinteso: a volte servono delle piattaforme politiche specifiche per agevolare il processo, la posizione comune dei tre maggiori gruppi serve a facilitare il processo. La decisione spetta al Consiglio Europeo. (ilmessaggero.it)

Meloni furiosa verso l’astensione nel Consiglio Ue

Ascolta ora 00:00 00:00 Il consueto tour de force istituzionale del capo del Governo, alla vigilia del Consiglio europeo, stavolta si tinge di tensioni e asprezze fuori dall'ordinario: è il primo vertice post-voto dell'Ue, decisivo per definire gli sviluppi della legislatura. (il Giornale)

La rabbia di Giorgia Meloni per l’esclusione dalle trattative sull’assegnazione dei posti al vertice dell’Unione europea. E il primo dibattito televisivo tra Joe Biden e Donald Trump, in vista del voto presidenziale del 5 novembre. (Corriere della Sera)

Furiosa come non la si era mai vista e non solo per l’influenza che la rende febbricitante. Nelle aule di camera e senato per la tradizionale relazione alla vigilia delle riunioni del Consiglio europeo Giorgia Meloni non nasconde massima irritazione e del resto se anche ci provasse non ce la farebbe. (il manifesto)