Meloni, la telefonata a Musk e il gelo con il Colle: «Elon, bisogna chiarire». Poi la nota della tregua
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Alla fine Giorgia Meloni alza il telefono. «Elon, bisogna chiarire». Si chiude così, alla cornetta, un pomeriggio di fuoco per la presidente del Consiglio. La scarica di tweet del patron di Tesla contro le toghe italiane ha aperto un caso istituzionale a Roma. Il Colle è infuriato, Sergio Mattarella tuona contro le «ingerenze». E a Palazzo Chigi il Musk-gate monta come panna. In mezzo, la premier tornata da una trasferta lampo alla Cop29 in Azerbaijan. (ilmessaggero.it)
Su altri media
L’ora X è scattata, il segnale rimbalza dalle piattaforme spaziali a quelle digitali, un invito ad arruolarsi nell’esercito della post-post democrazia intergalattica abbattendo barriere istituzionali e architetture costituzionali. (il manifesto)
Come se l’amministrazione Trump fosse già in carica Ultim'ora news 13 novembre ore 20 (Milano Finanza)
Ma davvero si può credere che l’affondo di Elon Musk contro i magistrati italiani meritasse solo il silenzio della premier Giorgia Meloni e l'entusiastica adesione del ministro Matteo Salvini il quale, per inciso, è il suo vice a Palazzo Chigi? Era giusto far finta di nulla davanti una così tagliente ingerenza nei nostri affari interni, dato che il miliardario americano non è più un privato cittadino ma risulta già cooptato nella nascitura amministrazione Trump? No, mostrarsi indifferenti proprio no: in base al millenario principio per cui «qui tacet consentire videtur», non si poteva. (Corriere della Sera)
Come può un patriota Nel corso della trasmissione in onda su La7 il conduttore David Parenzo cerca, con scarso successo, di inchiodare Italo Bocchino a presunte contraddizioni. (Secolo d'Italia)
Dopo aver difeso la posizione di Musk, a domanda precisa della giornalista, che gli chiede se sbaglia Mattarella a risentirsi per l’ingerenza del proprietario di X, Borghi risponde: “Mattarella non ha scritto ‘Musk’ nella nota“. (Il Fatto Quotidiano)
A chi dice “anche Meloni criticò la nomina di Paolo Gentiloni a Commissario”, sostenendo insomma che il Pd avrebbe diritto di fare altrettanto con Raffaele Fitto, bisogna spiegare due cose. Riprendiamo le dichiarazioni dell’epoca: “Da patrioti siamo felici che all’Italia sia stato assegnato, nella Commissione europea, un portafoglio importante come gli Affari Economici. (il Giornale)