Il cardinale Zenari, nunzio a Damasco: «Ad Aleppo si attende una reazione delle forze governative, la gente è tra due fuochi»
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CITTÀ DEL VATICANO «E chi lo sa, come sarà il Natale. Ricordo quello del 2016, quando terminò quella che chiamavano la “madre di tutte le battaglie”. Aleppo era distrutta, soprattutto la parte Est, duecentomila profughi lasciavano la città sotto la pioggia e la neve. Pure adesso la situazione si fa inquietante…». Il cardinale Mario Zenari, 78 anni, nunzio apostolico a Damasco, ha vissuto la guerra in Siria fin dall’inizio, «il prossimo 15 marzo saranno passati quindici anni», la voce al telefono con il Corriere è esausta. (Corriere Roma)
La notizia riportata su altre testate
Siria, l’analista Landis: “Senza aiuti da Iran ed Hezbollah, il regime vacilla. E Israele festeggia” (la Repubblica)
Aleppo, come l’irachena Mosul, è una delle «città martiri» del Medio Oriente e forse era destino della Siria che da qui tutto dovesse ricominciare, da quella qalat, la millenaria cittadella fortificata, che non l’ha mai salvata da nessuna guerra, dove anni fa raccolsi sui gradoni uno degli ultimi chiodi rimasti conficcati per secoli nel grande portale di legno frantumato dalle battaglie brutali tra l’esercito siriano e i jihadisti. (il manifesto)
Da qui si sente qualche sparo, ma stando a quanto mi raccontano i fedeli arrivati nelle ultime ore non ci sono stati spargimenti di sangue. Io e i miei fedeli siamo chiusi in Chiesa e non capiamo cosa succeda. (il Giornale)
, hanno creato un terreno fertile per ciò che sta accadendo ora, afferma Sean Savett, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale negli Stati Uniti in un dichiarazione. (Tiscali Notizie)
Sembrava che l’accordo di tregua raggiunto in Libano potesse essere preludio a una riduzione delle tensioni nell’area ma, a sorpresa (per quanto qualcosa era nell’aria, data la debolezza dei soggetti fiaccati su altri fronti), mercoledì 27 novembre ha preso avvio un’offensiva delle forze di opposizione al governo siriano che rapidamente hanno riconquistato un’ampia zona di territorio tra Idlib e Aleppo (e ora tutta la città) nel nord ovest della Siria. (Famiglia Cristiana)
Una statua del fratello defunto del presidente Bashar al-Assad, Basil, è stata distrutta. Il filmato, nel quale si sentono i ribelli festeggiare e sparare in aria, è stato girato dal giornalista turco Ibrahim Bozan che lo ha poi diffuso sui suoi canali social. (LAPRESSE)