Cosa succede dopo il mandato di arresto contro Netanyahu e Gallant
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La Corte Penale Internazionale (Cpi) ha emesso mandati di arresto per Benjamin Netanyahu , Primo ministro di Israele, Yoav Gallant , ex ministro della Difesa, e Mohammed Deif , comandante militare di Hamas . Da quando è diventata operativa, il 1° luglio 2002, il tribunale con sede all’Aia non ha mai emesso un mandato di cattura contro un leader sostenuto dai Paesi occidentali. Fino a oggi. La Camera preliminare I della Cpi ha formulato accuse che riguardano presunte violazioni commesse tra l’8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024, periodo che include le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza successive all’attacco di Hamas del 7 ottobre. (Il Sole 24 ORE)
Ne parlano anche altre fonti
Dopo due giorni di trattative serrate nella capitale libanese l'inviato dell'amministrazione Biden, Amos Hochstein, è in Israele per vedere prima il ministro Ron Dermer, il più stretto collaboratore di Benyamin Netanyahu, e poi lo stesso premier. (la Repubblica)
E tutti gli Stati che fanno parte della Corte, che comprende tutti i membri dell’Unione europea, sono vincolati ad attuare la decisione della corte» ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri Josep Borrell. (Il Sole 24 ORE)
Il ministro della Difesa Guido Crosetto commenta oggi a Porta a Porta, in onda stasera su RaiUno, la sentenza della Corte Penale Internazionale, che ha emesso un mandato di arresto contro il premier Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, ex ministro della Difesa israeliano. (Adnkronos)
La Corte penale internazionale ha accusato il premier israeliano, l'ex ministro della Difesa e i membri di Hamas di crimini di guerra e contro l'umanità. Dura la critica da parte di Israele Di Euronews (Euronews Italiano)
È un'iniziativa soprattutto simbolica dato che la CPI ha limitato riconoscimento internazionale. Sono accusati crimini di guerra nell'ambito del conflitto in Palestina e Gaza. (Geopop)
«Gli Usa hanno lavorato per settimane in buona fede per evitare questo risultato. La fine durevole della guerra a Gaza necessita il rilascio degli ostaggi, questi due aspetti sono collegati in maniera inseparabile». (Corriere della Sera)