Nordio all’Anm: “Non ci sono toghe sgradite, sono slogan. Ma devono essere imparziali”
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Non esistono "giudici sgraditi" o la volontà di assoggettare i magistrati alla politica, "sono solo slogan folcloristici, nessuna toga sgradita. Ma la loro libertà è vincolata dal dovere di imparzialità. La separazione delle carriere è il primo step". Parola di Carlo Nordio, ministro della Giustizia, che in un' intervista (Secolo d'Italia)
Se ne è parlato anche su altri giornali
“Il presidente Mattarella si è più volte espresso sui limiti del cosiddetto protagonismo dei giudici. ROMA (ITALPRESS) – La separazione delle carriere “esiste in tutti i Paesi democratici che hanno introdotto, come noi, il codice accusatorio. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, interviene nello scontro tra politica e giudici respingendo «le guerre di religione». E sulla possibilità di spostare alle Corti d’appello alcune competenze in materia di migranti fa sapere che sono in corso approfondime… (la Repubblica)
Un giudice non dev'essere solo imparziale ma lo deve anche apparire, questa è la lezione che Nordio ha ricordato ai magistrati italiani: "Più parla e più si espone al rischio di vulnerare questa sua apparenza" (il Giornale)
L'Anm bacchetta la stampa cui vorrebbe insegnare i rudimenti di etica per un presunto «linciaggio mediatico» cui sarebbero sottoposte le toghe al centro delle sentenze svuota Cpr in Albania e in Italia, un metodo «cui certa politica e un certo giornalismo (quale? ndr) si è prestato» per colpire «i giudici e la loro naturale tensione a decidere liberi dalle proprie convinzioni e passioni: scrutare la vita delle persone, riportando le loro vicende intime, del tutto prive di rilevanza pubblica, è condotta non in linea con l'etica giornalistica». (il Giornale)
«Nell'ultimo periodo abbiamo assistito da parte di una certa politica ad attacchi sempre più frequenti a provvedimenti resi da magistrati italiani nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali, criticati non per il loro contenuto tecnico-giuridico, ma perché sgraditi all'indirizzo politico della maggioranza governativa». (Corriere della Sera)
Così, dopo la Corte Costituzionale che ha bocciato i 7 undicesimi della riforma dell’autonomia differenziata e mentre l’altra legge bandiera, quella sul premierato, segna invece il passo, ecco ieri l’Anm mettere per iscritto – in due documenti – l’accusa al governo di “preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo della legalità”, puntando il dito su un’altra riforma cardine della legislatura, quella sulla separazione delle carriere che, a giudizio delle toghe, finirebbe con il sottoporre i pm alle direttive dell’Esecutivo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)