La commissione europea sfida le big tech statunitensi: cosa cambia?

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Business Community ECONOMIA

Secondo la Commissione, questa restrizione limita la comunicazione tra sviluppatori e utenti e scoraggia questi ultimi dall'esplorare alternative al di fuori dell'ecosistema Alphabet, anche attraverso messaggi di avvertimento. In un'altra indagine, l'esecutivo dell'UE ha rilevato che Google favorisce i propri servizi, come shopping, hotel e viaggi, nei risultati di ricerca, posizionandoli in modo preminente rispetto ai servizi offerti da terzi. (Business Community)

Se ne è parlato anche su altri media

La Commissione Europea ha preso provvedimenti contro i due colossi della tecnologia americana, in una mossa che potrebbe inasprire ulteriormente le tensioni transatlantiche, con potenziali ripercussioni politiche a livello internazionale. (Ultima Voce)

Ieri Bruxelles ha inviato due lettere con accuse formali, affermando che le due big tech americane di non rispetterebbero il Digital markets act (Dma), la normativa europea in vigore da marzo 2024 che mira a impedire alle grandi piattaforme digitali di abusare della propria posizione dominante e impone maggiore trasparenza nelle pratiche commerciali. (WIRED Italia)

L’Unione Europea ha intensificato la sua azione regolatoria contro le Big Tech, con Apple e Google al centro delle ultime indagini della Commissione Europea. (Agenda Digitale)

Pubblicità Google rischia l’ennesima multa dalla Commissione europea, questa volta per violazione del DMA (Digital Markets Act), la normativa sui mercati digitali che he ha lo scopo di proteggere la privacy degli utenti e promuovere la concorrenza leale, la trasparenza e l’innovazione nel mercato digitale. (macitynet.it)

La Commissione Europea ha annunciato di aver inviato ad Alphabet i risultati di due indagini preliminari su Google per violazione delle leggi antitrust europee e del Digital Markets Act (DMA). (Multiplayer.it)

Secondo la regolamentazione entrata in vigore nel 2024 e che ha l'obiettivo di rendere il mercato digitale più equo, i più grandi colossi del settore devono, tra le altre cose, permettere «a titolo gratuito» quella che viene definita «l'effettiva interoperabilità» sia per le sue componenti hardware sia per i suoi sistemi operativi (lo si legge alla voce 7 dell'articolo 6). (Corriere della Sera)