Olimpiadi, le pagelle del giorno: Tita 10, Banti pure. Van Rouwendaal 5: ok l'oro, ma beve la Senna

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La Gazzetta dello Sport INTERNO

Vogliamo separarli, almeno nelle pagelle: perché se un oro vale 10, il doppio oro - Tokyo e Parigi - ne vale almeno due. Cate dei due è quella più prudente, la più permalosa, ma anche quella eclettica: la vela l’ha scoperta soltanto a 23 anni, grazie a suo fratello. Prima ha studiato le lingue (cinque o sei) e si è laureata in Studi Islamici. Ha a cuore la pace e la libertà. Sul Nacra 17 è prodiere, il ruolo più fisico dei due: è Cate a sporgersi appesa alle funi a pochi centimetri dall’acqua, a dirigere l’imbarcazione spostandosi da un lato all’altro, spesso è piegata sulle gambe, nella cosiddetta posizione a trapezio (La Gazzetta dello Sport)

Su altre fonti

Personaggi, parole, colori, storie. Medaglie emozionanti e affermazioni forti, ma i Giochi sono fatti anche di questo: sensazioni, paure, rabbia e competizione. (ilmessaggero.it)

Acqua e sale, Ruggero e Caterina l’hanno fatto ancora. Un uomo e una donna sulla stessa barca, così uguali e così diversi. Mai però travolti da un insolito destino. Perché il loro è sempre lo stesso. Oro a Tokyo, oro anche ieri a Marsiglia, succursale marina di Parigi (Avvenire)

I velisti Ruggero Tita e Caterina Banti, ieri oro ai Giochi di Parigi, erano stati ospiti di Giulianova (nella foto) dopo l’oro di Tokyo 2021. (Il Centro)

Banti-Tita, l’emozione di essere bicampioni

Givevra Taddeucci (nuoto di fondo): nel nostro borsino le avevamo attribuito il 10% di possibilità di andare a medaglia. Questo vi fa comprendere quale grande impresa sia riuscita a realizzare. E dire che ai Mondiali dello scorso mese di febbraio aveva addirittura mancato la qualificazione ai Giochi. (OA Sport)

Dopo una serie di rinvii a causa della mancanza di vento (la finale si sarebbe dovuta disputare nel pomeriggio di ieri), i due velisti hanno saputo mantenere alta la concentrazione gestendo alla perfezione i quattordici punti di vantaggio sull’equipaggio argentino ottenuti nelle regate precedenti. (La Busa)

Non tanto, la baia marsigliese davvero non ha fatto gli onori di casa, ma sono bastati quei 4-5 nodi perché Ruggero Tita e Caterina Banti potessero finalmente chiudere l’ultima corsa, la Medal race, con la tranquillità dei dominatori e la felicità di chi davvero è entrato nel gotha dello sport italiano. (Tuttosport)