Dov'è scappato Giacomo Bozzoli? La fuga all'estero in Maserati con moglie e figlio: le ipotesi

Dov'è scappato Giacomo Bozzoli? La fuga all'estero in Maserati con moglie e figlio: le ipotesi
upday IT INTERNO

Prosegue la 'fuga dall'ergastolo' di Giacomo Bozzoli, condannato due giorni fa al carcere a vita per l'omicidio dello zio Mario e da allora irreperibile assieme alla moglie e al figlio di nove anni. Tra le ipotesi, il 'Corriere della Sera' cita la possibilistà, riferita in Procura dalla famiglia o dagli avvocati, che i tre si trovino in un Paese confinante con l'Italia raggiunto a bordo della Maserati di Bozzoli. (upday IT)

La notizia riportata su altre testate

Alle 5.51 del 23 giugno è stato registrato un passaggio della Maserati Levante intestata a Giacomo Bozzoli dal portale di Manerba, in provincia di Brescia, due minuti più tardi da quello di Desenzano e uno successiva alle 6.03. (L'Unione Sarda.it)

Dove è Giacomo? Non lo so davvero». Sono le parole di Adelio Bozzoli, il padre di Giacomo condannato all'ergastolo per la morte dello zio Mario e svanito nel nulla dopo la sentenza della Cassazione. (Panorama)

BEDIZZOLE (BRESCIA) – “Se sapessi dov’è ora mio figlio andrei a dirgli che è il momento di pensare solo alla sua famiglia, al mio nipotino. Ognuno può immaginare cosa prova un padre che vede il proprio figlio innocente condannato all’ergastolo dopo nove anni di processi. (La Repubblica)

Giacomo Bozzoli, carabinieri fuori casa sua dopo conferma ergastolo: lui però è latitante

Si continuano a seguire le briciole che dovrebbero condurre a Giacomo Bozzoli, l’uomo di 39 anni condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, imprenditore bresciano gettato nel forno della sua fonderia la sera dell’8 ottobre 2015. (IL GIORNO)

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La Corte di Cassazione ha confermato l'ergastolo per Giacomo Bozzoli, accusato dell'omicidio dello zio Mario e di aver poi gettato il cadavere nell'altoforno della fonderia di famiglia. L'omicidio, secondo la ricostruzione dei Carabinieri che indagarono sulla vicenda, avvenne a Marcheno in provincia di Brescia l'8 ottobre 2015. (Il Sole 24 ORE)