Ciclone Chido: "Morti a centinaia"
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Sarebbero almeno 14 i morti del ciclone Chido che ha devastato l'arcipelago francese di Mayotte. Lo hanno riferito le autorità locali fornendo un bilancio ancora provvisorio. Il ciclone ha colpito le isole nell'Oceano indiano sabato portando con sé raffiche di vento di oltre duecento chilometri orari. Si tratta del ciclone più devastante dal 1934. «Molti di noi hanno perso tutto» ha detto il prefetto di Mayotte Francois-Xavier Bieuville. (il Giornale)
La notizia riportata su altre testate
Le vittime "potrebbero essere centinaia, forse addirittura un migliaio", ha affermato il prefetto di Mayotte, François-Xavier Bieuville. Nelle immagini diffuse dalla Polizia locale le devastazione del ciclone Chido, il più forte degli ultimi decenni, nell'arcipelago francese di Mayotte, nell'Oceano Indiano. (la Repubblica)
L'Europa è al fianco dei Mahorais in questa terribile prova. «I nostri cuori vanno alla Francia dopo il devastante passaggio del ciclone Chido attraverso Mayotte. (Corriere del Ticino)
Sarebbero almeno 14 i morti causati dal passaggio del ciclone Chido nell'arcipelago francese di Mayotte nell'Oceano Indiano. Ma il bilancio potrebbe essere molto peggiore: «Penso che ci saranno sicuramente diverse centinaia, forse quasi mille, o addirittura qualche migliaio» di morti, ha detto il prefetto François-Xavier Bieuville al canale pubblico Mayotte la 1ère. (Corriere della Sera)
Lunedì il neo ministro dell'Interno Bruno Retailleau si recherà sul posto (Open)
Il passaggio del ciclone Chido, che si è abbattuto ieri su Mayotte, ha lasciato dietro di sé distruzione e morte. Mayotte, situata nel canale di Mozambico, è un dipartimento francese oltremare, ed è la più povera delle regioni d’oltralpe. (Africa Express)
Mayotte, arcipelago francese nell’Oceano Indiano, è stata colpita dal ciclone Chido, il più violento degli ultimi 90 anni. Freddo intenso in arrivo, svolta nelle temperature e neve fino a bassa quota: ecco dove e quando, le previsioni Uno scenario tragico La situazione è critica: l’acqua e il cibo scarseggiano, le baraccopoli sono state ridotte in macerie, e si teme la contaminazione delle riserve idriche con conseguente rischio di epidemie. (ilmessaggero.it)