Kamala Harris come Hillary Clinton: perché l’America boccia le donne alla Casa Bianca
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Dopo Hillary Clinton nel 2016, Kamala Harris è la seconda donna che gli Stati Uniti bocciano come potenziale presidente, preferendo ancora una volta Donald Trump. Il risultato elettorale del 2024 non solo segna una nuova vittoria per il tycoon repubblicano, ma evidenzia anche un blocco culturale nel Paese che continua a frenare le ambizioni di leadership femminile, specialmente quando il rivale è un uomo noto per le sue posizioni conservatrici, e per alcuni, addirittura misogine (Io Donna)
Se ne è parlato anche su altri media
I dati rivelati da quell'indagine erano clamorosi: la vicepresidente e candidata democratica Kamala Harris risultava infatti in vantaggio - con il 47 per cento - sull'ex presidente e candidato repubblicano Donald Trump, cui era assegnato il 44 per cento delle preferenze. (Corriere della Sera)
Allan Lichtman è noto come il «Nostradamus» delle presidenziali americane: lo storico statunitense ha fama di avere pronosticato il vincitore di ogni corsa per la Casa Bianca degli ultimi quarant’anni, con una singola eccezione - anzi due. (Corriere TV)
Scrivendo a cavallo delle elezioni più importanti per l'America, per l'Europa e per il mondo, senza sapere a quale stazione di posta si fermerà il cavallo, non si può evitare un senso di vertigine. D'improvviso, le linee di faglia della storia del mondo si intrecciano sotto i piedi di ciascun individuo. (Italia Oggi)
Basta fare un salto indietro a domenica mattina. Le redazioni dei giornali sono in fibrillazione. Ad agitare analisti e commentatori che seguono gli ultimi giorni della corsa alla Casa Bianca è il sondaggio finale sulle intenzioni di voto in Iowa, il piccolo Stato rurale del Midwest noto soprattutto per essere il punto di partenza delle Primarie perla selezione di candidati. (Liberoquotidiano.it)
Israele e Netanyahu esultano per la vittoria di Trump: da Gaza all'Iran, cosa farà il tycoon in Medio Oriente? A esultare per la vittoria di Donald Trump non sono soltanto gli elettori repubblicani in Usa, ma anche Netanyahu e Israele che ora vedono in Washington un vero e proprio all... (La Stampa)
Un successo (in pratica un referendum su di lui) oltre misura per il candidato di un partito repubblicano rimodellato a propria immagine e somiglianza e una pesante sconfitta per la democratica Kamala Harris: voto dei grandi elettori, quello popolare, conquista del Senato e, forse, della Camera. (L'Eco di Bergamo)