L’America e il mondo hanno già perso
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Femmina. Il paradosso delle elezioni Usa 2024 è quanto centrale sia stata la questione gender e al contempo quanto defilato sia stato il sesso della seconda candidata donna della storia. Il gender divide ha sotteso tutta la stagione da quando il passo indietro di Joe Biden ha preso in contropiede Donald Trump spingendolo ad enfatizzare ancor più gli aspetti machisti di una campagna saldamente ancorata nella manosphere, dai miliziani maschi della alt right ai tech bros della Silicon Valley (il manifesto)
Se ne è parlato anche su altre testate
Trump si avvia a governare con il pieno controllo, per almeno due anni, della Camera dei rappresentanti e del Senato e con una Corte suprema plasmata dalle sue nomine che già gli ha garantito l’immunità, quando agisce nelle sue funzioni ora il presidente è al di sopra della legge. (Vanity Fair Italia)
Nello scrivere questo Cameo a pochi giorni dall’elezione del 47° Presidente la domanda è sempre la stessa: il XXI secolo sarà americano o del duo Cina-Russia, con la seconda succube della prima? All’inizio del XX° (1906), Werner Sombart si poneva una domanda simile (oggi farebbe scompisciare): “Sarà l’America o l’Europa il paese del futuro?” Centovent’anni dopo l’Europa è un accrocco di rissosi paesi-mercati. (Start Magazine)
Con la vittoria di Trump negli Stati Uniti, al suo secondo mandato come presidente, la realtà è stata soppiantata dal mondo della post-politica, delle post-verità: quello dove il peggior scenario possibile si è realizzato, e le conseguenze saranno irreparabili. (The Vision)
Oggi è il giorno in cui noi americani decideremo se vogliamo continuare il nostro esperimento con la democrazia che dura da 248 anni o se invece desideriamo diventare una democrazia illiberale, con un autocrate alla Casa Bianca che si inchina davanti a Vladimir Putin e che afferma che il più grande statista europeo è Viktor Orbán. (La Stampa)
La notte del voto americano è ancora in corso, si profila un risultato in favore dell’ex-presidente repubblicano Trump, ma non ci sono ancora vere certezze. Prima di tutto, la società statunitense, già fortemente divisa da anni, è arrivata ora proprio spaccata in due: l’incertezza che ha regnato fino all’ultimo è tale che, chiunque dei due candidati, si imponga sarà una vittoria di mezza America sull’altra metà, favorita comunque da un sistema elettorale arcaico ma difficile se non impossibile da modificare, dove a decidere non è la maggioranza assoluta dei votanti ma quella di alcuni stati. (La Nuova Venezia)
– A notte inoltrata l’unico dato certo sull’esito delle elezioni presidenziali statunitensi è l’incertezza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)