Giallo sul leader dei ribelli jihadisti siriani al-Jolani. Per il governo libanese è morto, ma non c'è conferma
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L'uomo del momento in Medio Oriente è morto (forse). Abu Mohammad al-Jolani, leader della Hayat Tahrir al-Sham (Hts) che ha conquistato Aleppo e gran parte del nord della Siria in un lampo cogliendo impreparata non solo Damasco, ma anche Mosca e Teheran, sarebbe rimasto ucciso in un bombardamento russo. Almeno così dicono alcuni media. Ma molte ore dopo la 'breaking new… (L'HuffPost)
Su altri giornali
La situazione in Siria è di ora in ora più tesa. (Famiglia Cristiana)
Dopo aver conquistato Aleppo, il suo aeroporto e decine di cittadine vicine, i combattenti guidati dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) sono entrati ad Hama. Qui le truppe siriane hanno rivendicato qualche successo: "Le unita' delle nostre forze armate hanno rafforzato le linee difensive con ogni tipo di materiale e personale militare durante la notte, hanno affrontato le organizzazioni armate e hanno impedito qualsiasi avanzata". (La Stampa)
Così i frati francescani che vivono e operano ad Aleppo, in Siria, descrivono una situazione di guerra aperta che va avanti da quando i ribelli anti Assad hanno lanciato l'offensiva a sorpresa mercoledì scorso. (ilmessaggero.it)
Dal presidente siriano Assad poche parole ("sconfiggeremo i terroristi"). (Sky Tg24 )
Le forze jihadiste filo-turche protagoniste di una cavalcata militare senza precedenti a danno delle forze governative, iraniane e russe in tutto il nord della Siria sono una variegata coalizione di fazioni del sunnismo radicale con frange del jihadismo caucasico e centro-asiatico anti-russo, pronte a mostrarsi come tolleranti nei confronti delle sparute comunità di cristiani ancora presenti nel martoriato Paese. (L'Unione Sarda.it)
I jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs) e le fazioni alleate contro il regime di Bashar al-Assad stanno avanzando nella provincia centrale siriana di Hama dopo aver conquistato territori chiave nelle province nord-occidentali di Aleppo e Idlib in Siria dalle quali erano stati cacciati nel 2016. (ilmessaggero.it)