Perché Israele attacca Unifil in Libano

Perché Israele attacca Unifil in Libano
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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

– Tra versioni ufficiali e rumor che filtrano da fonti di sicurezza, si tenta di trovare un perché agli attacchi che nelle ultime 24 ore hanno preso di mira le basi italiane Unifil nel Libano del Sud. A colpire ieri le forze di pace delle Nazioni Unite, nel quartier generale di Naqura, sono stati i militari israeliani che da circa 10 giorni operano in quella zona nell’ambito della vasta operazione terrestre anti Hezbollah (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Questi i temi il centro della discussione all'undicesimo vertice dei Paesi Med9, summit dei Paesi del sud Europa o affacciati sul Mediterraneo, a cui prendono parte anche il re di Giordania, Abdullah II Al-Hussein, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. (Teleborsa)

L'attacco, avvenuto nonostante i ripetuti avvertimenti di Hezbollah e l'ordine ai militari UNIFIL di rimanere nelle basi, ha suscitato l'immediata condanna dell'Italia, che schiera il contingente più numeroso con circa 1.200 soldati. (La Stampa)

«Incidenti intollerabili... E non l'ha fatto neppure ieri. (il Giornale)

Unifil, l'Italia difende il suo impegno per la pace in Libano: un ponte diplomatico e umanitario

Il ministero della Difesa ha smentito oggi 11 ottobre la notizia di un nuovo attacco israeliano, il terzo, alle basi Unifil di stanza in Libano. Guido Crosetto, titolare del dicastero di via XX Settembre, ha però ribadito che qualsiasi nuovo tentativo di Israele di costringere i militari italiani della forza di interposizione Onu a lasciare il paese dei Cedri, non avrà esito. (Italia Oggi)

L’agenzia di stampa, citando “qualificate fonti di sicurezza che seguono il dossier e sono in contatto con i vertici della missione dell’Onu”, riferiva di un attacco alla base 1-31 (quella già colpita ieri) con l’abbattimento di due muri di demarcazione della base stessa. (L'Unione Sarda.it)

Tuttavia, gli attacchi israeliani contro le postazioni Onu sotto comando italiano hanno destabilizzato ulteriormente una situazione già precaria. I caschi blu, con oltre 10.000 soldati provenienti da 50 Paesi, pattugliano quotidianamente la Blue Line, confine di 120km tracciato dalle Nazioni Unite tra Libano e Israele, cercando di evitare una nuova escalation tra le parti. (Secolo d'Italia)