Gimbe: in Calabria il 7,3% delle famiglie nel 2023 ha rinunciato alle cure. La salute pagata di tasca propria

Gimbe: in Calabria il 7,3% delle famiglie nel 2023 ha rinunciato alle cure. La salute pagata di tasca propria
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CATANZARO – In Calabria la percentuale delle famiglie che hanno rinunciato alle prestazioni sanitarie nel 2023 è pari al 7,3%, poco meno della media nazionale (7,6%). Il dato emerge dal settimo rapporto Gimbe sul Servizio sanitario nazionale all’interno del quale sono raccolti dati, analisi, criticità e proposte che vanno dal finanziamento pubblico alla spesa sanitaria, ai livelli essenziali di assistenza all’autonomia differenziata, dal personale alla missione salute del Pnrr fino al piano di rilancio del Servizio sanitario regionale (Quotidiano online)

La notizia riportata su altri giornali

"È interessante che la spesa delle famiglie che mettono di tasca loro è aumentata di 4,3 miliardi, che è la stessa cifra messa dal Governo sulla riforma dell'Irpef. Noi chiederemo anche in questa Manovra di mettere quei 4,3 miliardi nella sanità pubblica, perché se non accade sono le famiglie che stanno mettendo questi soldi di tasca propria o chi non ce la fa rinuncia a curarsi. (Quotidiano Sanità)

Mercoledì 9 ottobre 2024 – Secondo i dati del rapporto della Fondazione Gimbe sulle condizioni della sanità in Italia, c’è una frattura tra il Nord e il Sud. Ma in questo contesto Basilicata e Puglia sono le uniche regioni del Mezzogiorno ad essere “promosse” per quanto riguarda i Lea (Livelli essenziali di assistenza). (Ufficio Stampa Basilicata)

Il Servizio sanitario nazionale «costituisce una risorsa preziosa ed è pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute, nella sua duplice accezione di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. (Sanità24)

Baratro sanità: fondi scarsi, medici in fuga, pochi infermieri. Risultato: chi può fugge verso il privato (+10,3%), 4,5 milioni rinunciano a curarsi

Gap di 52 miliardi della spesa per la salute con i paesi Ue. E Il Piano di bilancio del governo la riduce rispetto al Pil Sanità pubblica sempre più in crisi. Un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 euro rispetto alla media dei paesi Ocse membri dell’Ue, con un gap complessivo che sfiora i 52,4 miliardi; la crisi motivazionale del personale che abbandona il Ssn. (LA NOTIZIA)

– ‘La grave crisi di sostenibilità del SSN è frutto anzitutto del definanziamento attuato negli ultimi 15 anni da tutti i Governi, che hanno sempre visto nella spesa sanitaria un costo da tagliare ripetutamente e non una priorità su cui investire in maniera costante: hanno scelto di ridurre il perimetro della tutela pubblica per aumentare i sussidi individuali, con l’obiettivo di mantenere il consenso elettorale, ignorando deliberatamente che qualche decina di euro in più in busta paga non compensano certo le centinaia di euro da sborsare per un accertamento diagnostico o una visita specialistica’. (Agenzia askanews)

Nel 2023 circa quattro milioni e mezzo di italiani hanno rinunciato a curarsi. Quasi l’8% della popolazione ha fatto a meno di visite specialistiche o esami diagnostici, nonostante ne avesse bisogno. (Il Fatto Quotidiano)