Il fact-checking è stato un fallimento, ma nessuno vuole dirlo
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il fact-checking è stato un fallimento, ma nessuno vuole dirloNegli ultimi giorni, l’annuncio di Meta di abbandonare il fact-checking per un sistema basato sulle «Community Notes» ha fatto discutere. È una mossa che molti vedono come rivoluzionaria, ma che in realtà nasconde un’ammissione implicita: il fact-checking non funziona. E non funziona da anni. La comunità scientifica lo aveva già dimostrato. (Corriere della Sera)
Su altri giornali
Sono molteplici le interpretazioni sulla mossa di Mark Zuckerberg che ieri ha tolto il "bavaglio" a Meta: niente più fact checking su Facebook e Instagram, un'operazione di trasparenza e di libera circolazione del pensiero che gli opinionisti vicini alla sinistra italiana prendono come un attacco alla democrazia. (Secolo d'Italia)
L’antefatto è noto e recente: Zuckerberg ha annunciato la chiusura del programma di fact checking da parte di soggetti indipendenti, e che le nuove modalità di controllo dei contenuti prevederanno l’affidamento diretto alla community di utenti, i quali potranno aggiungere informazioni e contesto a quanto pubblicato da altri, in modo simile a come già accade su X. (L'HuffPost)
La fine del programma di fact checking negli Usa non è l'unica novità introdotta ieri dal gigante dei social media (Open)
Lo ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea in rispo… (la Repubblica)
Così a Otto e mezzo (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta la decisione di Mark Zuckerberg di chiudere il programma di fact checking su Facebook e su Instagram, adeguandosi al metodo attualmente vigente su X, dove i contenuti pubblicati sono verificati dagli utenti stessi attraverso il sistema di Community Notes. (Il Fatto Quotidiano)
Intervenendo a Otto e Mezzo su La7, Travaglio ha spiegato: Meno male, è un’ottima notizia. È bellissima l’idea di fare i fact checking, ma il problema è che bisogna investire qualcuno del compito di impancarsi a ministro della Verità, orwellianamente parlando. (Il Giornale d'Italia)