L'Europa, Giorgia Meloni e la sindrome di Tecoppa (di G. Cazzola)

L'Europa, Giorgia Meloni e la sindrome di Tecoppa (di G. Cazzola)
L'HuffPost INTERNO

Luciano Lama chiedeva sempre ai dirigenti sindacali di evitare, nelle relazioni con il padronato, quella che lui chiamava la "sindrome di Tecoppa", una sorta di miles gloriosus il quale pretendeva che, nei duelli, l’avversario stesse fermo per poterlo infilzare meglio. Forse Giorgia Meloni ha contratto questo malanno alla luce dei positivi risultati elettorali del suo partito e della sua maggioranza che le hanno provocato quel surriscaldamento dell’Ego che è il primo avviso della contrazione della sindrome. (L'HuffPost)

Ne parlano anche altri giornali

L’ambiguità con cui Giorgia Meloni (premier d’Italia o leader della destra europea?) s’è mossa al vertice della Ue ha finito per umiliare l’Italia. In Europa il gioco delle tre carte non funziona: Giorgia, pensaci (FIRSTonline)

Ha avuto ragione Giorgia Meloni a chiedere più rispetto per l’Italia e per il popolo sovrano che alle ultime elezioni ha premiato in quasi tutta Europa il vento nazional-sovranista (a parte la voragine spopulista del non-voto). (Marcello Veneziani)

Un errore commesso dal francese Emmanuel Macron, dal tedesco Olaf Scholz e dall’olandese Mark Rutte, che al Consiglio europeo hanno escluso Giorgia Meloni dalla trattativa sui vertici della Commissione vedendo in lei non il rappresentante di un Paese fondatore, l’Italia, ma la leader di uno schieramento politico avverso, l’Ecr. (L'HuffPost)

La strategia di Giorgia

Il premier ha lottato, forse ha commesso qualche ingenuità, ma alla fine ha preso la decisione giusta: l’astensione su von der Leyen. A finire in un vicolo cieco non è Meloni come scrivono oggi i giornali, ma l’Europa. (Nicola Porro)

È stata, questa, la settimana in cui un po’ di nodi sono venuti al pettine. Quello, dopo le nomine europee, del governo guidato da Giorgia Meloni e quello di Forza Italia, dopo l’intervista di Marina Berlusconi. (L'HuffPost)

Ed evitiamo per una volta di ridere del folklore di certi obblighi: il diametro minimo delle zucchine, la rivoluzione dei tappi di plastica da tenere incollati alle bottigliette. Rendiamoci conto di che cosa c'è in gioco. (il Giornale)