Foglietta lo sapeva già: la Meloni democristiana salverà quella sovranista

Foglietta lo sapeva già: la Meloni democristiana salverà quella sovranista
AlessioPorcu.it INTERNO

La nuova Ue lo ha fatto capire: sì a Roma ma no secco a Via della Scrofa, perciò la premier ha usato una tattica "collaudata" dall'ex europarlamentare ed efficace ancora oggi Fondamentalmente Giorgia Meloni ha fatto benissimo ad astenersi sul nome di Ursula von de Leyen dopo quello che ha ritenuto essere stato un “smacco” alla volontà popolare. Smacco che in realtà con la volontà popolare non c’entra nulla e che mette piuttosto in mezza mora i sovranisti di Ecr. (AlessioPorcu.it)

Su altri media

Ha avuto ragione Giorgia Meloni a chiedere più rispetto per l’Italia e per il popolo sovrano che alle ultime elezioni ha premiato in quasi tutta Europa il vento nazional-sovranista (a parte la voragine spopulista del non-voto). (Marcello Veneziani)

Qualche ora dopo l’esclusione dell’Italia dal vertice sui top job europei – un problema «di metodo e di merito» per Giorgia Meloni – ecco giungermi un messaggio sullo smartphone: «Una forzatura insensata... (Secolo d'Italia)

E aggiunge che è Meloni stessa che «si é tagliata fuori» grazie «all'alleanza con Orban». Proprio mentre prosegue discussione tra i leader Ue sulle nomine apicali della nuova Commissione, Bonelli attacca anche il vicepremier leghista: «Salvini parla di colpo di Stato, ma dovrebbe imparare le regole della democrazia. (Corriere Roma)

Il vizio europeo: tutti pensano da capi politici anziché da capi di Stato

Luciano Lama chiedeva sempre ai dirigenti sindacali di evitare, nelle relazioni con il padronato, quella che lui chiamava la "sindrome di Tecoppa", una sorta di miles gloriosus il quale pretendeva che, nei duelli, l’avversario stesse fermo per poterlo infilzare meglio. (L'HuffPost)

Pier Ferdinando Casini, che errore ha fatto la premier? «Interpretare un doppio ruolo, quello di premier italiano e quello di leader dei Conservatori europei, che l’ha fatta muovere con quella sorta di revanscismo da campagna elettorale anche dopo il voto». (Corriere Roma)

Un errore commesso dal francese Emmanuel Macron, dal tedesco Olaf Scholz e dall’olandese Mark Rutte, che al Consiglio europeo hanno escluso Giorgia Meloni dalla trattativa sui vertici della Commissione vedendo in lei non il rappresentante di un Paese fondatore, l’Italia, ma la leader di uno schieramento politico avverso, l’Ecr. (L'HuffPost)