Il podcast di Cecilia Sala: il momento in cui ha rivisto il cielo, l'abbraccio con la compagna di cella. «Per resistere mi sono trovata a leggere gli ingredienti del pane»
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La puntata finisce così: «Non vedo l’ora di tornare a raccontare». Cecilia Sala, di nuovo libera da 24 ore, riparte dalla sua di storia. Dai suoi 20 giorni da detenuta in Iran. Li racconta a voce a Mario Calabresi, il suo direttore, il fondatore di Chora Media che l’ha mandata a Teheran, in una puntata appena uscita del suo podcast Stories dal titolo I miei giorni a Evin, tra interrogatori e isolamento. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altre testate
Il racconto di Cecilia Sala dopo la liberazione e il rientro in Italia dal carcere iraniano di Evin, dove è stata detenuta per tre settimane: "Ho chiesto una Bibbia. Presumevo che potesse essere un libro che ad Evin avevano in inglese. (Fanpage.it)
“Il silenzio è un nemico in quel contesto", aggiunge, "ho pianto di gioia, ho riso di gioia”. Cecilia Sala parla per la prima volta in un podcast registrato con Mario Calabresi per Chora Media. (Italia Oggi)
Durante una lunga intervista con Mario Calabresi, arrivato questa mattina a casa della giornalista con un mazzo di fiori, la giornalista ha risposto alle domande, iniziando da un quesito apparentemente semplice: “Come stai?”. (Il Fatto Quotidiano)
«Quando ho visto comparire il nome di Cecilia sul display del mio cellulare, che mi chiamava, mi sono commosso. Renato Sala, alla notizia della scarcerazione di Cecilia, ha dismesso l’aplomb da importante manager bancario e liberato le emozioni viscerali di un padre che ha saputo di poter finalmente riabbracciare sua figlia, dopo aver vissuto gli ultimi 20 giorni nell’angoscia, in attesa del suo ritorno. (ilgazzettino.it)
Cecilia Sala: "Non pensavo che sarei stata a casa oggi" (AGI - Agenzia Italia)
«Non ho fatto tutto da sola, non c’è stato nessun momento di svolta. Chiaro il riferimento di Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di inizio anno alla liberazione della giornalista Cecilia Sala. (La Stampa)