Libano, Francia e Usa avvertono Israele: “Basta violazioni dell’accordo sul cessate il fuoco”
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A pochi giorni dall’inizio del cessate il fuoco in Libano, le cancellerie occidentali – in particolare Francia e Stati Uniti – protestano con Tel Aviv che continua con gli attacchi oltre il confine. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha chiamato il suo omologo israeliano, Gideon Saar, insistendo “sulla necessità che tutte le parti rispettino il cessate il fuoco in Libano” e ha “sottolineato gli sforzi dispiegati in questo senso dalla Francia, in legame col partner Usa”: nel corso della conversazione, si precisa in una nota diffusa dal Quai d’Orsay, Barrot ha inoltre sottolineato che “l’accordo sul cessate il fuoco con il Libano deve aprire la via ad un cessate il fuoco immediato a Gaza, alla liberazione di tutti gli ostaggi nonché l’ingresso massiccio di aiuti umanitari”. (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altri media
Regge davvero la tregua in Libano? Difficile comprendere cosa stia accadendo in queste ore: gli aerei da guerra israeliani starebbero bombardando la periferia della città di Yaroun e la zona di Burghaz, nel Libano meridionale. (il Giornale)
Libano, Israele attacca Hezbollah: "Cessate il fuoco violato" (Liberoquotidiano.it)
L'accordo sul cessate il fuoco in Libano tra Israele e Hezbollah traballa tra accuse reciproche di violazioni. Per la prima volta, oggi, anche l'organizzazione sciita l'ha interrotta, esplodendo colpi di mortaio contro basi militari israeliane al confine. (Fanpage.it)
"Un drone nemico ha colpito un bulldozer dell'esercito in una postazione, provocando il ferimento di un soldato", denunciano a cinque giorni dall'entrata in vigore della tregua. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il 16 novembre, un grande convoglio di camion di aiuti umanitari è stato derubato da bande armate». Lo ha scritto su X il capo dell'Unrwa Philippe Lazzarini, spiegando che «la strada per uscire da questo valico non è sicura da mesi. (Corriere della Sera)
Dalle strade di Gaza alle alture del Golan, passando per le macerie di Aleppo, il panorama geopolitico si agita sotto tensioni incrociate che minacciano di riscrivere le mappe della regione. La polveriera mediorientale torna a infiammarsi. (Secolo d'Italia)